Indian Wells: Volevo fare il tennista, ma per ora mi accontento di “suonarlo”

All’interno del panorama underground italiano Night Drops è certamente fra le rivelazioni di questo 2012. Dove nasce l’ispirazione per un album del genere? Quanto tempo e che tipo di lavoro c’è dietro?
In realtà non so dirti come è nata l’ispirazione per questo disco. “Wimbledon 1980” è un pezzo che volevo fare da tempo e semplicemente un giorno è venuto fuori da solo. Lo stesso discorso vale per le altre tracce del disco. Ovviamente di base c’è la passione per il Tennis e la voglia di sperimentare e divertirmi allo stesso tempo. Ci sono voluti circa 9 mesi, un parto vero e proprio, con decine di tracce scartate, centinaia di sigarette fumate, interi fine settimana passati in casa. Volevo ci fosse una coerenza di fondo a livello sonoro, e che tutto suonasse piuttosto “notturno”. A tracce quasi finite poi sono andato al Sudestudio a Lecce e abbiamo finalizzato tutto con la fidata Matilde Davoli, che ha aggiunto del suo.

Definisci la tua musica “Tennistronica”. Come ha avuto origine l’idea di coniugare il tennis e la musica l’elettronica?
Dalla passione per il tennis come ho già detto. Da ragazzino volevo fare il tennista. Non essendoci ovviamente riuscito mi accontento di “suonarlo”. Almeno per questo disco. Poi probabilmente Indian Wells di tennistico avrà solo il nome.

La tua musica risente di influenze varie. Dall’ Ambient all’ IDM passando per Four Tet e Burial. Sono questi i tuoi riferimenti? C’è qualche altro artista che ti ha ispirato particolarmente?
Four Tet è sicuramente un punto di riferimento. Burial mi piace meno, non credo di essere riuscito mai ad ascoltare un suo disco per intero, in generale la dubstep mi interessa fino a un certo punto. Certo, durante la lavorazione del disco li ho ascoltati entrambi. Aggiungo alla lista i Mount Kimbie, Shlohmo, Lapalux, Teebs e i vecchi e cari Radiohead.

La fine degli anni ‘70 è stata segnata tennisticamente della rivalità fra Borg e McEnroe. Contemporaneamente gruppi come i Kraftwerk gettavano le basi dell’elettronica moderna. Il tuo sguardo al tennis del periodo appare nostalgico. Vale lo stesso discorso per la musica?
Tennisticamente parlando si, è nostalgico, credo che sia molto cambiato il modo di giocare. Un tempo si giocava molto di attacco, ora le partite sono tutte bordate da fondo campo, vedere un giocatore avanzare è cosa rara. I muscoli hanno sostituito l’estro. In molte partite la noia è dietro l’angolo insomma. Non vale lo stesso per la musica, non sono mai stato un nostalgico puro. Secondo me la musica l’elettronica è ancora l’unico genere che si evolve e produce innovazione.

Come vedi l’attuale scena elettronica italiana? Sembrerebbe essere un periodo positivo. Mi riferisco a progetti come Esperanza o Everybody Tesla. Possiamo dire di essere messi meglio che nel tennis (almeno di quello al maschile)?
Onestamente non ci vuole molto per essere messi meglio che nel tennis maschile. Agli Internazionali d’Italia ho visto giocare Seppi contro Federer, c’è ancora un universo da colmare. Però c’è da dire che le donne danno grandi soddisfazioni, basti vedere ultimamente Errani e Vinci. Quindi direi che siamo messi molto meglio del tennis maschile e che stanno nascendo realtà di tutto rispetto. Vedo sempre più progetti che trovano riscontri e rispetto all’estero, dispiace a volte che non ci sia la stessa attenzione nel nostro paese.

Hai scelto, per ora, di rimanere nell’ anonimato. Una decisione che sembra essere particolarmente in voga negli ambienti indie italiani. Anche a livello internazionale molti dj e produttori hanno seguito la via inaugurata, forse, dai Daft Punk. Quali le ragioni della tua scelta? Puro Marketing?
Ti dirò una verità sconcertante, non conosco gli ambienti indie italiani, quindi non so a chi ti riferisci di preciso. Onestamente l’anonimato non mi ha aiutato a vendere più dischi, quindi no, la scelta sin dall’inizio è stata quella di mettere davanti la musica e ignorare il contorno, spesso noto più attenzione per chi c’è dietro a un progetto che per il progetto stesso. Poi in realtà non è più tanto un mistero chi sia Indian Wells, e non capisco neanche perché si dia tanta importanza a questo aspetto.

È recentemente uscito un tuo splendido remix di Bon Iver. Hai altri progetti per il futuro? Remix, collaborazioni, date?
Presto uscirà un EP di remix per Night Drops e ci sono dei remix in cantiere per altri artisti. Più in là di sicuro una collaborazione e forse un inedito. Per le date sto valutando, spero per fine anno di essere pronto e iniziare a suonare in giro.