«La band più pericolosa della Terra»
New Musical Express
Spregiudicati e “criminali” per definizione, I Dillinger Escape Plan celano il loro nome dietro la figura del rapinatore di banche americano John Dillinger per imbracciare un mitra musicale fatto di sperimentazioni potenti, contaminazioni devastanti e perizia tecnica corrosiva.
Attivi dalla seconda metà degli anni Novanta, la band ha nel corso degli anni destrutturato e ampliato i confini del mathcore già a partire dall’innovativo album d’esordio “Calculating Infinity” (1999), passando per Miss Machine (2004), Ire Works (2007) e Option Paralysis (2010). Intensi e violenti in studio, capaci di costruire delle esibizioni live adrenaliniche e incendiarie, i Dillinger Escape Plan sono la perfetta trasfigurazione del caos ragionato.
In occasione dell’uscita dell’ultimo album della band “One Of Us Is The Killer”, abbiamo rivolto qualche domanda al frontman Greg Puciato per cercare di scoprire alcuni retroscena relativi al nuovo disco e svelare la vera anima musicale targata Dillinger Escape Plan, tra assassini e follia, emozioni, libertà creativa e piccole dosi “lisergiche”.
Cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo album One of Us is The Killer? Come è nato, come si è sviluppato e quali significati musicali e di contenuto contiene?
Diciamo che anche le aspettative più basse della gente sono sempre al top! I significati e i contenuti dell’album sono invece stati concepiti per essere decifrati, scoperti ed estrapolati dall’ascoltatore e non imposti come la voce fuori campo del regista scritta da uno sceneggiatore.
E il signifiato del titolo? Sembra quello di un romanzo giallo! C’è davvero un potenziale “assassino” in ognuno di noi?
Ognuno di noi è stato in un certo senso l’assassino di qualcuno e questo è il nostro modo di confessarlo e di liberare la nostra coscienza collettiva, senza ovviamente incriminare un individuo in particolare.
Quali cambiamenti ed evolozioni ci sono state in questo ultimo album rispetto al precedente Option Paralysis?
In realtà c’è stata una regressione intenzionale.
Come è nata l’idea del videoclip di When I Lost My Bet?
Eravamo sotto effetto di acido
L’artwork invece del nuovo album da quale idea nasce?
Come sopra, ma con meno acido.
La vostra musica è stata definita in mille modi e inclusa all’interno di mille generi differenti dall’hardcore al mathcore, dal grindcore al metal con elementi riconducibili al jazz e alla fusion. ma…qual è la vera anima dei Dillinger Escape Plan al di là dei generi prestabiliti?
La nostra vera anima risiede nell’eliminare le barriere e quegli agenti contaminanti tra la fonte di ispirazione interiore e l’espressione esteriore o la manifestazione sonora di quella fonte. L’integrità.
Il vostro sound è carico di metriche poliedriche, strutture ritmiche non convenzionali e ricercatezza compositiva. Quanto c’è in definitiva di matematico e quanto c’è di folle ed emozionale nel vostro modo di comporre musica?
Zero per cento di approccio matematico deliberato. Cento per cento emozione. La follia è necessaria, ma anche soggettiva. Crediamo che tutti gli altri siano dei pazzi, eccetto noi, che chiaramente siamo in minoranza. Ma se così non fosse..comunque non ho l’assistenza sanitaria né per le medicine né per fare musica.
I Dillinger Escape Plan e il rapporto con le etichette discografiche: dall’esperienza con la Relapse Records alla Party Smasher Inc…Come è andata?
Siamo stati sotto contratto per circa dieci anni. Tre album e tutto sotto il controllo di una determinata etichetta, e noi non eravamo quell’etichetta. Adesso invece abbiamo il controllo di quello che facciamo e scegliamo noi i nostri collaboratori..album per album, zona per zona.
Da quali necessità quindi è nata la Party Smasher Inc.?
Nasce fondamentalmente dalla necessità di volere la stessa libertà e lo stesso controllo che già avevamo sul versante creativo anche a livello più prettamente economico e di business.
Per concludere…secondo te l’album in tutta la sua interezza è morto e sono invece i singoli brani, magari scaricati da internet, il futuro oppure no?
Sono entrambi due modi di fruizione attuabili. Molte persone ascoltano una o due canzoni di una band oppure tutte una alla volta, e va bene così. È possibile scegliere il proprio e personale livello di coinvolgimento. Se vuoi andare più a fondo, possiamo creare degli album pensati per essere ascoltati dall’inizio alla fine, dal primo all’ultimo brano e magari dedicarci ad ascolti multipli per scoprire significati nascosti non ancora rivelati. Ma se tu vuoi ascoltare una sola canzone in un determinato momento va anche bene così!