Barzin – To Live Alone In That Long Summer

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La soave malinconia di un’anima solitaria nella semplicità di tenui accordi emozionali

Foschie di solitudini remote che avvolgono pacate le trame ritmiche delle emozioni più recondite. A distanza di cinque anni dal mesto romanticismo di Notes To An Absent Lover, torna così, in punta di piedi, il lirismo poetico e cantautorale del canadese di origini iraniane Barzin con un affresco penetrante e delicato al contempo di malinconici e quasi intangibili ricordi sonori ammantati dalle “nebbie estive” di questo To Live Alone In That Long Summer.
Barzin tratteggia sonorità di una dolcezza disarmante, echi vocali lontani in una quiete inabitata sempre in bilico tra introspezione e forza intimista, voglia di cambiamento e memorie ormai perdute.

L’album, che ospita alcuni dei migliori musicisti della scena di Toronto tra cui Sandro Perri (che ha collaborato in veste di produttore), Tony Dekker (Great Lake Swimmers), Daniela Gesendheit (Snowblink) come backing vocalist e Karen Graves (Hayden) per gli arrangiamenti, vaga tra attimi di assenza e istanti di presenza, tra tappeti armonici cristallini e purezza testuale (All The While, Stealing Beauty), momenti adagiati su un pianoforte e arrangiamenti vellutati di archi (Fake It ‘Til You Make It) e suggestioni senza tempo (In The Morning).
To Live Alone In That Long Summer è come una tranquilla passeggiata tra lande desertiche e corpuscoli metropolitani capace di restituire una vera e propria letteratura di emozioni che sa toccare le corde del cuore. Barzin riesce così ad interpretare al meglio le remote e imperscrutabili possibilità dell’animo umano. Spiriti sospesi in attesa di essere ascoltati.

[schema type=”review” name=”Barzin – To Live Alone In That Long Summer” author=”Ida Stamile” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]