Uma – Uma

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La genesi di un incontro molto spesso può fornici preziosi indizi sulla riuscita dello stesso: del resto si sa, il pub, rimane e rimmarrà per sempre quell’accogliente placenta alcolica dove far collidere esperienze di vita, progetti artistici e perché no, proposte di matrimonio. Ed eccoci in una di queste bettole, ad osservare lui mentre sorseggia una media, mentre lei le si avvicina al bancone. Attacca bottone raccontandole di quella volta che nei sobborghi tedeschi fece incontrare i Guns N’Roses con la drum machine. Elencando le peculiarità del suo gruppo: i ‘Mediengrouppe Telekommander‘ e della bellezza insita nel far coincidere la potenza hard a sei corde con certa tradizione teutonica. Lei lo osserva compiaciuta ma non sognante; in quel preciso momento le scorrono vorticosamente nella mente gli anni del conservatorio, del coro Austriaco, di quando con lo pseudonimo ‘Jools Hunter‘ lanciava synth nello spazio. Fu immediatamente amore, Elia e Florian si sposarono di lì a poco, e la prima cosa che fecero quando presero casa fu ristrutturarne una parte ed adibirla a studio di registrazione. Uno studio loro, dove attrezzatura vintage – da far impallidire il più incallito collezionista -, e moderni strumenti di produzione si frequenteranno giornalmente.

Nel 2011 si diedero un nome: Uma, esibendosi per la prima volta a Madrid come supporto ai mitici Silver Apples, fu un trionfo. Tanto, che gli stessi collaborarono al loro primo Ep ‘Drop Your Soul’. Difficile immaginare come due forti personalità artistiche come le loro riuscirono e riescono tutt’ora nel mantenere saldo il rapporto coniugale, confrontandosi allo stesso tempo con le proprie velleità creative. Ma probabilmente la mia è solo invidia.

Oggi, nel tenere fra le mani tutta la loro passione sotto forma di full-lenght, possiamo finalmente comprendere quanto, in realtà, la musica degli Uma si dipani come un racconto quotidiano, srotolato da tenui scariche elettriche. Del resto furono loro a confidarci che: ‘Il nostro scopo in musica è quello di catturare i momenti quotidiani più sfuggenti‘. Non stupisca dunque, la fiducia che l’etichetta Austriaca ‘Seayou Records’ ripose immediatamente in un duo, oggi in grado di evocare fragili spettri di estati passate, facendoli sfilare come pallide radiologie ipnagogiche. Un suono, capace di galleggiare morbidamente sopra turbolenti elettro-cardiogrammi Pop, ed al contempo mantenere quel piglio avant-garde sperimentale, che profuma di meritato snobismo. Una palma nel silenzio post-atomico, proprio come nella splendida copertina.

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