Bud Spencer Blues Explosion – BSB3

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03/062014 42records.it bsbemusic.com

Quando incontri Cesare Petulicchio e Adriano Viterbini fatichi un po’ a pensare che siano quei due rocker devastanti e potenti che hai visto diverse volte sul palco, e questo non per loro demerito – non bisogna necessariamente avere un’attitudine dannata per fare rock, anzi – ma quell’aria da “bravi ragazzi acqua e sapone” nell’immaginario collettivo sembra mal conciliarsi con il suono dei loro dischi. La loro passione per gli strumenti e per certa musica ha qualcosa di “naturale” – acqua e sapone, appunto – che fa sì che tutto sia fuori da certi clichè. Verrebbe quasi da pensare che se ci credessero un po’ di più a questo loro talento, se si atteggiassero a ciò che in realtà di fatto già sono, potrebbero sedurre molte più persone, in questo nostro paese dove i poseur fanno molta più strage di chi la sostanza ce l’ha. Non che il pubblico gli manchi, il loro successo, specie dal vivo, è innegabile; è che quando parte una canzone perfetta e meravigliosa come quella che apre BSB3 (“Duel”) rimani letteralmente spettinata e ti chiedi questa grandezza, questa capacità di tirar fuori dal cilindro pezzi così tondi, in cui ogni passaggio è al suo posto, ogni effetto ha la sua ragion d’essere, in quale tasca la nascondano.

In realtà – lo confessiamo – ci piacciono così: pochi fronzoli, pochi effetti scenici e artifizi, noi vogliamo solo suonare – sembrano dirci – non vogliamo stare troppo a pensarci su, d’altronde “Dio odia i tristi”(“Doit” era il titolo del loro secondo lavoro) e l’attitudine a cui piuttosto sono interessati è quella del bluesman che canta e suona per tirar fuori l’anima dal corpo, per esorcizzare la razionalità, la materialità di una condizione umana fin troppo terrena. Non è di questo mondo che gli interessa trattare, quello che interessa i BSBE è la sacralità della musica, il potere di straniamento e ipnosi che essa ha e che fa dimenticare tutto il resto. Non sono novità legate strettamente a questo terzo disco in studio, ma il nuovo lavoro ce le suggerisce più degli altri perché si sente una perfezione e purezza sonora che altrove forse mancava.

Pensato e lavorato per quasi un anno e mezzo – prove su prove in studio per capire come aggiustare i pezzi, come arrangiarli al meglio – sotto la guida esperta della produzione di Giacomo Fiorenza (per la prima volta i due si affidano ad un orecchio esterno), testato live per qualche data nel “This Is Not A Show Tour” e infine registrato in presa diretta, restituisce dei BSBE più consapevoli, più affilati: da un lato in esso persiste l’idea che la loro sia più di ogni altra cosa una live-band che sul palco si esprime al meglio, riuscendo a catturare l’energia dei loro show, dall’altro finalmente dà consistenza ai brani, che sono più compiuti, più riusciti anche su disco.

Le sonorità tendono a incattivirsi leggermente, virando verso lo stoner rock dalle tinte hard (ci tornano in mente le sventagliate di certe canzoni targate Chris Cornell), e non crediamo sia un caso che la copertina del disco evochi scenari desertici ma poco assolati: c’è molta oscurità in BSB3, un po’ meno psichedelia rispetto al passato, i suoni si fanno asciutti ma allo stesso tempo pieni e rotondi. Tutto il disco è un insieme coerente e compatto di ottimi brani, in cui ancora una volta è la musica a farla da padrona rispetto ai testi: dall’iniziale “Duel”, schiaffo fenomenale dai toni hard-rock, alle potentissime “Rubik” e “Croce” passando per le più canticchiabili ed in stile Black KeysMiracoli” e “No Soul”, c’è spazio anche per rallentare con “Hey Man” e soprattutto con “Troppo Tardi” – vero e proprio pezzo sui generis del disco, in cui la chitarra cede il passo alla voce e alle parole, in una ninna nanna blueseggiante dal retrogusto amaro: fa quasi da contraltare la rycooderiana e interamente strumentale “Camion” a ricordarci quanto la chitarra di Viterbini riesca a viaggiare in solitaria senza far declinare l’attenzione. Questo BSB3 si rivela un lavoro ottimo che – se ce n’era bisogno – conferma il grande valore del duo Viterbini-Petulicchio e che ci restituisce dei Bud Spencer Blues Explosion più in forma che mai.

[schema type=”review” name=”Bud Spencer Blues Explosion – BSB3″ author=”Patrizia Cantelmo” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]