Chrome – Feel It Like A Scientist

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Strano gruppo i Chrome, difficili da catalogare musicalmente: pur se sbocciati nel contesto della scena punk losangelina nel lontano 1976, se ne sono sempre distinti per una maggiore prossimità a band come Tuxedomoon, Residents. Fondati dal polistrumentista Damon Edge (scomparso nel 1995), dopo un primo album piuttosto acerbo – “The Visitation” del 1977 – basato su sonorità garage rock, con l’ingresso del chitarrista Helios Creed virarono subito verso sonorità più malsane, unendo la furia devastante degli Stooges al sound alieno dei Can, dando vita ad una sorta di punk rumorista. Con questa improbabile miscela i Chrome piazzarono due capolavori: “Alien Soundtracks” del 1978 e “Half Machine Lip Moves” del 1979. Il sodalizio artistico Creed / Edge, tra alterne vicende e qualche disco mediocre, durò per altri 15 album, fino al 1995, anno in cui Edge venne trovato morto nella propri casa di San Francisco, addirittura un mese dopo il decesso. La creatura Chrome è rimasta in mano al solo Creed, il quale oggi si fa accompagnare da una nuova line up, che vede impegnati: il cantante Anne Dromeda, il chitarrista Keith Thompson, il batterista Aleph Omega, i bassisti Lux Vibratus e Steve Fishman, il tastierista Tommy Grenas.

“Feel It Like A Scientist” è una sorta di viaggio temporale nel rock underground, con un suono complessivo ascrivibile nell’alveo di certo heavy industrial contaminato. I principali riferimenti sono il protopunk degli Stooges, i cui riff marziali sono presenti in praticamente tutte le tracce, il post-punk avanguardistico di Devo e Residents – se ne avverte eco soprattutto nell’ultima parte del disco Ndr-, ed il dark più oscuro degli anni 80, in particolare nelle prime due tracce: “Nephilim (Help Me)” e “Prophecy”, dove i riferimenti ai Sisters Of Mercy sono molto evidenti. Infine, certa furia sperimentale, prossima alle interpretazioni dei Black Flag post ‘Damaged’- “Unbreakable Fluoride Lithium Plastic” -, flirta pericolosamente con quella concezione di psichedelia tanto cara ai Flaming Lips sotto LSD – “The Mind”, “Systems Within Systems” -.

Synth pressanti, voci filtrate, riff trattati, slanci rumoristici, suoni spesso aspri, loop di basso e sperimentalismi assortiti. Prerogative che rendono il risultato finale saldamente incastonato in un’era dark-wave contaminata da certo garage rock Stoogesiano, ma senza disdegnare piccoli flirt con l’alt-pop. “Feel It Like A Scientist” è davvero un bel ritorno, di una band che ci era mancata, e che, nonostante qualche riempitivo – “Lipstick”, “Nymph Droid” -, realizza uno dei migliori lavori di quest’anno.

[schema type=”review” name=”Chrome – Feel It Like A Scientist” author=”Gianluca Maccari” user_review=”5″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]