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25 febbraio 2015 | lafamedischi | ![]() |
Michele Maraglino, classe 1984 fonda la Fame Dischi nel 2011. L’anno successivo pubblica il suo primo lavoro, I Mediocri, coadiuvato dai suoi compagni e amici di etichetta – perché è chiaro e giusto che a questi livelli debba essere così – i The Rust And The Fury. Poi il tempo passa, i The Rust And The Fury pubblicano due ottimi lavori, ed eccoci di nuovo qui. Maraglino per il suo secondo lavoro “Canzoni contro la comodità” sceglie la stessa formula e la stessa famiglia, avvalendosi di Daniele Rotella agli arrangiamenti e alla produzione, e di consistenti interventi dell’altra metà del cielo dei Rust, l’ottima Francesca Lisetto, nonché di tutta la band sulla traccia numero due, opportunamente intitolata “I miei coetanei“.
L’impressione generale è di un album decisamente più a fuoco del suo predecessore, dove le idee non sono semplici abbozzi e dove le scelte di arrangiamento e di produzione sono frutto della maturità acquisita dai vari componenti del progetto. Le scelte nei suoni, gli interventi di moog, di piano rhodes, il modo in cui in cori si intrecciano e le voci sono trattate, spostano il baricentro dell’album verso un delicato rock indipendente d’oltreoceano, dalle parti di Broken Social Scene, Bright Eyes, Modest Mouse, e sì, Arcade Fire, quelli più intimi e confidenziali, che tanto piacciono ai nostri Rust. E il risultato ne guadagna senza dubbio alcuno, perché allontana Maraglino dal dovere di fare “il cantautore all’Italiana” e dona preziosità, confidenzialità e profondità all’insieme, creando il giusto ecosistema, dove il tono certe volte dimesso dell’intonazione, o altre volte ruvido di Maraglino trova la sua giusta collocazione.
Un titolo come “Canzoni Contro la Comodità” poteva poi far temere il peggio dal punto di vista concettuale, piazzato com’è tra la Spiaggia Deturpata, la denuncia sociale e un comunicato stampa che ne descrive il concept come “storia di una generazione dopata dalla comodità e di chi…” e invece no, l’idea del dito puntato e soprattutto della retorica è felicemente evitata, e anche nella canzone più “generazionale” del lotto “I miei coetanei“, il tono scelto, volutamente distaccato, descrittivo, obliquo, quasi naif da filastrocca, alla Appino per intenderci, riesce a portarsi a casa il risultato, senza mai infastidire o risultare frusto, anzi: c’è della freschezza. E sebbene i paragoni con qualcun altro, tra cui uno già citato, qua e là indubbiamente fiocchino, c’è comunque della personalità che riesce sempre a sterzare dal già sentito e dal già visto ogniqualvolta l’incidente sembrerebbe inevitabile. Bel lavoro, che dimostra anche la perizia acquisita da Rotella in veste di arrangiatore.
[schema type=”review” name=”Michele Maraglino – Canzoni Contro la Comodità” author=”Emanuele Binelli” user_review=”4″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]