Immanuel Casto: un’intervista attiva, mica passiva come le altre.

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In un caldissimo pomeriggio Bolognese,  Rocklab si accorcia temporaneamente i capelli, si veste attillata e si trucca per incontrare l’esponente del porn-groove Immanel Casto nell’atmosfera gioviale e rassicurante del Locomotiv club di Bologna. Sarebbe andata meglio con una mano sulla coscia di Immanuel e una sul décolleté di Romina Falconi, invece come bambini di fronte alla propria torta di cioccolato, abbiamo solo premuto play sul quickvoice dell’ iPhone.

Ciao Immanuel, piacere di conoscerti, io sono Andrea e sono stato incaricato di portare un po’ di glitter sulle pagine di Rocklab. Ti va di raccontarci un po’ le tue origini, chi sei, come mai hai deciso di creare questo progetto?

Chiaro. Una domanda facile (ride). Beh ormai sono diversi anni che lavoro a pieno regime a questo progetto. I primi passi li ho iniziati a muovere nel 2005 che sono esattamente dieci anni fa, quando Radio DJ iniziò a passare la mia prima canzone “Io la do”. Poi da lì ho inanellato un’altra serie di web-hit che hanno avuto un eco sempre maggiore, fino al disco, al tour, e ad avere un manager. Il progetto è andato sempre meglio, una crescita continua sperimentando anche altri media. La musica, è stata il mio canale di partenza, ma ho anche creato “Squillo”, il gioco da tavolo più venduto in Italia, da cui poi è stato tratto un fumetto: insomma, la mia creatività ha avuto la fortuna di poter spaziare in diversi ambiti. Ora siamo reduci dal “Sognando Cracovia Tour” con Romina Falconi che ha avuto un’ottima risposta di pubblico, di cui siamo veramente molto felici. Siamo anche orgogliosi del prodotto che mettiamo in scena perché è la summa dei nostri percorsi. È uno show piuttosto lungo: quasi due ore per venticinque pezzi, uno show estremamente ricco dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Sebbene io sia identificato con il termine “porn-groove”, che esprime un po’ quello che faccio – e va benissimo perché aiuta il pubblico a identificarmi – rimane comunque un’etichetta che ogni tanto può starmi stretta: perché se è vero che i primi pezzi che mi hanno dato visibilità parlavano esplicitamente di sesso, è anche vero che non parlo solo di quello. In generale ho dei testi piuttosto satirici che parlano di costume, di disturbi alimentari, di ossessioni nei confronti della cronaca nera, di vecchi che sposano badanti, è tutto un affresco sociale del nostro paese, ma non solo. Anche quello che faccio a livello musicale è estremamente variegato. Ok, la musica elettronica è il tessuto principale ma può significare dance, pop, qualcosa di più rockeggiante oppure industrial, abbiamo addirittura pezzi acustici e poi ci sarà tutto il contributo extra-musicale, di cui ti parlerà Romina. Si insomma questo show sarà una summa di questi miei dieci anni di cui vado orgoglioso, soprattutto nei confronti del pubblico, che sposa una causa quasi di anticonformismo, d’indipendenza e ne sono molto grato.

Musicalmente tu hai fatto tre album, Freak & Chic è l’ultimo. Quali sono principalmente le differenze con i precedenti ?

A livello musicale è l’album più maturo e meglio prodotto. Mi piace perché mi rappresenta a 360 gradi. Ci sono moltissimi brani di puro divertissement e di cui vado orgogliosissimo, non dimentichiamo che il mio nome ha una fortissima componente di divertimento. Abbiamo brani come “Tropicanal”, “Sexual Navigator”, abbiamo “Zero Carboidrati” che parla dell’ossessione verso l’immagine; “Freak & Chic” che parla di un’epoca, di un modo di essere; e abbiamo brani più intimisti come “Comunione e Liberazione” che parla di come accettare se stessi e di come volersi bene. Insomma è un album che mi rappresenta ma non quanto il mio prossimo album.

Personalmente non seguo il mondo della musica pop italiana, neanche l’indie-rock cantato in italiano, perché fondamentalmente è un problema mio. Insomma, non riesco a farmi piacere una bella fetta di musica cantata nella nostra lingua, ma sinceramente i tuoi pezzi hanno un’orecchiabilità incredibile. Come nasce un tuo pezzo tipo ? Da cosa parti ?

Tra l’altro il tuo appunto che potrebbe sembrare un po’ superficiale in realtà mi fa sentire incredibilmente capito. Sto molto attento alle melodie e ad alcune regole veramente base dell’essere catchy, che sono rime ben studiate e la metrica. Ascoltate le canzoni di Cristina D’Avena, lo dico sempre, è la verità, hanno una metrica killer. Sono melodie che ti entrano in testa fin dal primo ritornello e io, figlio degli anni 80, l’ho ben ascoltata e studiata.
Come nasce una mia canzone ? da un concetto, da uno slogan. Molte frasi delle mie canzoni sono frasi che uno potrebbe scriversi su una t-shirt perché già esprimono una presa di posizione, uno stile di vita. Dopo di che il mio partner musicale, Stefano ‘Keen’, crea gli arrangiamenti e le melodie sui testi che avevo in mente e poi c’è tutta la gestazione, le correzioni.

Non hai mai pensato di convertire il tuo progetto in Inglese, per avere magari più accessibilità all’estero e diventare qualcosa di internazionale?

Non è vero che non c’ho mai pensato ed è sempre una cosa che mi ripropongo di fare. E’ difficile perché ci sono sempre una serie di finezze linguistiche impossibile da tradurre o che non rendono bene. Anche se i miei pezzi sono da ballare, per divertirsi, c’è un’ironia sottile e ci vuole una notevole padronanza di linguaggio e, per quanto il mio inglese sia notevolmente buono, non ho quella sagacia che può avere un madrelingua nell’utilizzare termini aulici in contrapposizione invece allo slang più contemporaneo. Avrei bisogno di un autore col mio grado di sensibilità. Però non è detto che possa fare qualcosa ex-novo proprio in inglese.

Ciao Romina, dicci qualcosa a riguardo della serata e della vostra collaborazione ?

Allora riguardo alla serata, preparati perché sarà piena di colori, facciamo molti generi dal dubstep all’acustico, molta elettronica e ci piace portare il nostro comune senso di teatralità. Ci piace usare i nostri corpi per raccontare ogni volta una storia e il live è il modo migliore per comunicare questa teatralità. Stranamente è tutto regolare, armonioso, anche se si passa da una canzone più classica ad una più electro. Ed è bello vedere le reazioni della gente. Anche se noi due abbiamo due background differenti, è bello vedere un pubblico che è in grado di immaginarsi di tutto, che ti ha compreso, che ti vede in diversi ruoli ma sa che non ci ripeteremo mai nel corso dello show. Quando sei un artista o comunque hai a che fare con l’arte, non hai mai la sicurezza di essere apprezzato. L’unica cosa che sappiamo è che le persone che ci seguono si aspettano delle novità e quindi non ci annoiamo mai. Sono contentissima di avere un partner come lui perché in Italia con chi altro avrei potuto confrontarmi ?? Non esistono pionieri in questo senso. Questa sera siamo particolarmente eccitati perché sarà una serata speciale.

Come mai proprio stasera è una serata particolare ?

Immanuel:  Di solito a me piace fare un concerto l’anno in ogni città, abbiamo fatto una data a Novembre all’Estragon ed è stata fantastica, era strapieno. A grande richiesta ci hanno chiesto di fare un’altra data e abbiamo accettato però non mi andava di fare proprio una replica, cosa che di solito si farebbe. Quindi ho rispolverato un po’ la scaletta, inserendo brani che non eseguivo da tempo, riarrangiandoli e inserendo ospiti come Minerva Lowenthal e Tying Tiffany. Con Minerva io ho lavorato per “Sexual Navigator” ed è un’artista che apprezzo molto perché di fatto è una drag-queen che si impegna nella ricerca. Possiede una fortissima personalità e a differenza di molte che puntano ed essere ridanciane (ma che va benissimo eh!) lei è molto più genderfuck, androgina, elegante ma con piercing, bellissima. Un “donnone giunonico” per descriverla a mio modo: freak ma anche chic. Tra l’altro ricordo questo aneddoto. Dopo le riprese di “Sexual Navigator”, un utente commentò su YouTube: “Bello il video però il Casto Divo vestito da donna proprio non si può vedere eh” . Mi aveva scambiato per lei. Bello spirito di osservazione, pensai: è alta il doppio di me! Stasera canteremo insieme “Sexual Navigator” e una mia vecchia canzone, “Bondage”.

Senti, visto che abbiamo nominato la Minerva e, che magari noi bolognesi la conosciamo per le sue attività al Cassero, avrai letto tutta questa bagarre sulle foto del all’interno del locale e sulla questione blasfemia.

Sei sicuro di volermi fare questa domanda ? Farei proprio un’invettiva.

Si si. Facciamola !

Pronto ? perché è un argomento che mi tocca particolarmente. Per quello che riguarda il Cassero, loro hanno fatto una festa a tema. Se gli è convenuto o meno farla non lo so ma sono cose che sanno loro. Se l’ho trovata ben fatta o intelligente: non particolarmente ma, ripeto, stiamo parlando di una festa. Non è che ci dovesse essere necessariamente un fondamento intellettuale. Questa è la mia opinione su quello che hanno fatto. Ma ora ti dico la mia opinione a riguardo della reazione. Giustissima la risposta del Cassero nel dire “un attimo, fino a due giorni fa eravamo tutti Charlie e ora ?!” La redazione di Charlie pubblicava vignette di Maometto che si faceva sodomizzare eh ! Però sai, visto che i musulmani stanno sulle palle a tutti allora siamo tutti per la satira: ora che però si tocca il cattolicesimo non si può ! E la trovo una cosa di un’ipocrisia incredibile. Inoltre, mettendo le cose in prospettiva, se avessero fatto una serata sugli dei greci o egizi sarebbe andato tutto bene. Per me stiamo comunque parlando di mitologia, anche se cattolica: poi la chiesa ha il coraggio di dire “vogliamo rispetto” dopo che gli omosessuali sono stati vessati per secoli ?!? Siamo in un contesto in cui gli omosessuali non hanno gli stessi diritti degli eterosessuali; la legge non è uguale per tutti. Ci chiedono di rispettarli ? Di rispettare cosa poi ? Il rispetto per la sensibilità religiosa !?! Questa è una cosa che a me fa molto ridere. Perché è giusto che ognuno abbia la libertà di professare il culto in cui crede che sia Allah, Dio, Babbo Natale o gli unicorni. La sua libertà però deve finire lì e non sfocia nell’imporre comportamenti che gli altri debbano tenere o non tenere. Per Scientology, la psicologia e la psichiatria sono degli abominî, e per questo dovremmo abolirle perché offendono gli scientologists ? Allora io dico che per me il verde è un colore blasfemo quindi impedisco alla gente di vestirsi di verde. Non si possono imporre comportamenti o di non avere comportamenti ad altre persone. Questa è la mia risposta concisa.

Il tuo gioco è stato censurato invece ?

Assolutamente no. Ho fatto in modo che sia stato riservato per un pubblico adulto.

E’ sold-out ? avevo letto che è andato subito a ruba.

Lo abbiamo ristampato e sono usciti altri due capitoli che sono espansioni giocabili, nel senso che puoi integrarli al primo gioco o giocare solo con essi. Tipo il tema “asian” o “marchettari”.

Ma tipo Magic The Gathering ?

Allora ci sono punti in comune nel senso della meccanica. Magic però è un gioco di deck-building, tu sei li, compri le carte, le collezioni e crei il tuo mazzo. Qui si gioca tutti con lo stesso mazzo. Squillo ha la meccanica di un gioco come Magic ma con la dinamica di un party-game.

Volevo farti un’altra domanda sociale. Cosa ne pensi degli ultimi sviluppi su Dolce & Gabbana ?

Anche questa vuoi farmi ? ne avrei da dirne. Ho trovato le loro affermazioni assolutamente raccapriccianti. Affermazioni di gay che odiano se stessi. Purtroppo ci sono davvero molte persone che rientrano in quest’ottica: di gay che lottano contro i diritti per gay. Che parlano di famiglia naturale e che vanno ad offendere tutta una serie di realtà. Poi la difesa di Gabbana che ha detto:

“Ma no questo era più un pensiero di Dolce, noi siamo così, non siamo contro i diritti per i gay

Questo per me è un atteggiamento passivo-aggressivo vergognoso. Cosa sta dicendo ? Per lui non è giusto ma non sta dicendo che non debba essere così ? Sei allora un ipocrita ! Mentre invece sono felicissimo della reazione che si è avuta a livello mondiale perché significa veramente che la gente inizia a stancarsi di sentire le stesse cose.

Quindi approvi anche un po’ questo boycott di quelli che fino alla settimana scorsa vestivano D&G e adesso buttano i vestiti, o li regalano o li rivendono ?

Assolutamente si. Allora come gesto questo ovviamente non andrà a danneggiare Dolce & Gabbana e il loro impero, però lo apprezzo come gesto. Una bella presa di posizione.

Dai finiamola con queste domande un po’ passive e passiamo con quelle più attive. Quanto rimorchi te durante il tour ? Puoi raccontarci il rimorchio più divertente ?

Allora, io di solito non rimorchio durante il tour perché voglio mantenere una bella immagine. Cioè che brutto uno che dice “sono andato al concerto di Immanuel Casto e poi me lo son scopato”. No ! non ci sta ! un po’ di distacco. Però l’ultima volta che ero in Sardegna con Romina, dato che il posto era abbastanza piccolo, quindi ho potuto incontrare il pubblico, mentre stringo la mano ad uno questo mi fa “guarda, vorrei troppo farti un pompino”. Io gli ho dato l’indirizzo dell’albergo e l’ho ricevuto. Mi ha lasciato un bel ricordo. Per il resto un po’ mi trattengo dai.

Questo ci indirizza verso l’ultima domanda. So che sei della Vergine e quindi tendi molto a separare il tuo lato professionale da quello più ludico.

Si ma sono ascendente Scorpione.

Ah beh, ecco allora il perché del pompino in albergo, la rivalsa della sessualità dello Scorpione.

Ahah sì sì esatto!

Te lo chiedo perché ho un sacco di amici e amiche della Vergine che non riescono a trovare un fidanzato o marito. Tu hai difficoltà del trovarlo ? Vorresti ?

Guarda è una domanda un po’ complessa. Devo dire che ho difficoltà a trovarlo ma non è una cosa che mi duole. Mi rendo conto di essere una persona estremamente esigente; non parlo di cazzate, parlo di cose serie. Quando la gente mi dice “devi adattarti, devi scendere a compromessi” io in linea teorica lo capisco. Ma adattarsi significa spingersi al punto di stare con una persona che non stimo ? che non reputo abbastanza intelligente ? non ce la faccio. Già questo non è qualificante. Ci vorrebbe una persona che io stimi, di cui apprezzi la cultura, la storia che gli opposti si attraggono è una cagata. D’accordo ci può essere chimica e complementarietà ma una relazione si basa sulle cose in comune e interessi in comune. Sennò che cazzo si fa ? uno vuol far quello e uno quell’altro, si scopa e poi ?!? Devo trovare qualcuno che abbia i miei stessi interessi, a cui vada bene il mio lavoro perché a molti non va bene. E’ difficile ma non per questo sto qui con le mani fra i capelli.

Allora per chiudere, in attesa di quello che verrà, divertiamoci tantissimo e, per citare le Sacre Scritture, “La vera scopata è quella che dovrai ancora fare”, come disse San Francesco. Grazie

Ah come quello che dico io col mio album!

Cavolo l’ha detta anche lui, non lo sapevo!

Leggi il report della serata al Locomotiv Club di Bologna