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16 aprile 2015 | Fuzz Club Records | sonicjesus.com |
Uscito il 16 Aprile, Neither Virtue Nor Anger, è già un caso internazionale. Riscontri positivi che arrivano da ogni parte del globo, per una band ambiziosa che in questo debutto propone senza paura un doppio Lp capace da solo di mettere all’angolo tutti i detrattori del rock nostrano. Il duo, proveniente dalla provincia Laziale (Doganella di Ninfa) si fece già notare lo scorso anno grazie allo split in compagnia dei grandissimi Black Angels – nel quale eseguirono una “Lost Reprise” (qui riproposta) dalle tinte Shoegaze. Oggi, Tiziano Veronese (cantante, compositore e polistrumentista) e Marco Baldassari (anch’esso polistrumentista e autore dei testi) raccolgono quanto di meglio composto fin dagli albori della band, implementando il tutto mediante una rinnovata consapevolezza dei propri mezzi, frutto dell’esperienza acquisita.
Un discorso, il loro, in cui l’arte gioca un ruolo primario: sia visiva, mediante la splendida copertina a cura di Mirco Marcacci ritraente una rielaborazione de “L’Estasi di Santa Teresa” del Bernini, sia scritta, grazie al lirismo dei testi a firma Marco Baldassari – nei quali emergono le passioni per autori quali: Rimbaud, Blake, Campana e Sylvia Plath. Un album che racchiude in sé diversi momenti della vita artistica della band, rappresentandone la summa. Un vero e proprio manifesto con cui il duo mette in chiaro fin da subito la propria cifra artistica. Parliamo di Psichedelia Velvettiana che flirta con lo Shoegaze (Lost Reprise), di mantra luciferini a là Warlocks che vampirizzano lo scheletro di Ian Curtis – “Sweet Suicide”. Parliamo di un’introduzione che potrebbe aver pensato Paul Banks, seguita dalla versione catacombale degli stessi Interpol. Tutto questo accompagnato da vere e proprie bordate acide e oscure, dalle influenze riconducibili a Black Angels e Dead Skeletons – “Reich” e “Telegraph“. Su “Monkey On My Back” un Sixto Rodriguez dall’otretomba incontra gli Spaceman 3 dopo aver ascoltato “Heavy Deavy Skull Lover” – Warlocks. Mentre in chiusura “Cancer” omaggia il Satyricon di Federico Fellini.
La Fuzz Club Records produce il tutto: Casper Dee questa volta, mette a segno un vero colpo da biliardo.