The Dead Weather – Dodge and Burn

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Il concetto è semplice: pensi a un supergruppo e non puoi fare a meno di avvicinarti all’ascolto in punta di piedi perché in fondo sai che ogni qualvolta tu abbia nutrito speranze, ed entusiamo, ne sei rimasto deluso. Non è il caso di quest’ultimo “Dodge and Burn” dei “Dead Weather” (Jack White-Alison Mosshart-Jack Lawrence e Dean Fertita), pubblicato ovviamente sotto Third Man Records.

Alla loro terza uscita dopo cinque anni, intervallati da tour e progetti legati alle rispettive band, i Dead Weather sono diventati un vero gruppo, uno di quelli seri. Ed è questa nuova consapevolezza che ha permesso ai nostri di produrre un lavoro che non manca di omogeneità, tecnica e accuratezza, nonostante nei due anni di registrazioni i ritrovi in studio siano stati piuttosto frammentari – di certo lavorare con l’ingombrante personalità artistica di Jack White non deve essere una passeggiata.

Il disco si muove ovviamente su una sapiente base rock‘n’roll arricchita da sfumature blues piuttosto costanti in gran parte dei dodici brani. Rispetto alle due precedenti uscite, “Horehound”(2009) e “Sea of Cowards”(2010), a dettare legge è la voce di una Alison Mosshart in grande forma – e ce lo fa capire già con il pezzo di apertura “I Feel Love (Every Million Miles)”. La cantate dei “The Kills” finalmente tira fuori gli artigli e lascia che la sua sensuale e rabbiosa voce possa emergere da quel muro di suoni stilisticamente impeccabili ma che non rappresentano una novità. Ovviamente non mancano incursioni al microfono da parte del nostro Jack come in “Rough Detective” e “Three dollar Hat”, pezzo nel quale l’intro vocale ha addirittura una cadenza hip hop che a distanza siderale sembra quasi richiamare alla mente “Insane in the brain” dei “Cypress Hill”. Sorprende la conclusiva e sopita “Impossible Winner”, che con il suo fare da ballata interrompe il frenetico equilibrio dei brani precedenti aggiungendo musicalità e distinzione tipiche di contesti più mainstream. È questa piacevole sorpresa finale che ci lascia un’immagine di “Dodge and Burn” più solida, strutturata, che di conseguenza avvolge tutto il progetto “Dead Weather”, i quali si mostrano ai nostri occhi e orecchie come un insieme più coeso, fortunatamente meno “super” e più gruppo.