Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
15/04/2016 | Santana IV Records | santana.com |
Operazione complicata ma anche tanto attesa. Santana ha avuto una lunghissima carriera, con molti alti ma anche qualche basso. Forse il passare degli anni ha trasformato la sua genuinità musicale in qualcosa di più artefatto e complicato, che spesso ha lasciato l’amaro in bocca anche ai fan più puri. Dopo tanti anni Santana rimette in piedi lo storico sestetto che lo accompagnò ad inizio della carriera: Gregg Rolie, Neal Schon, Michael Carabello e Michael Shrieve, e cioè la stessa line up che nel 1971 diede alla luce Santana III.
L’album in questione, nei negozi verso la metà di Aprile prova a recuperare quel sound che identificò immediatamente la band sin dalla sua storica esibizione di Woodstock. 16 canzoni su cui svettano le ruvide “Love makes the world go around“, “Choo Choo” e “Filmore East” – che rende omaggio a uno dei luoghi simboli del rock dal vivo degli anni settanta. Non manca qualche richiamo all’infatuazione latina di Santana degli ultimi dischi, ma riletta in una chiave più cruda e spontanea. Il pregio dell’album sta nel raggiungimento di un suono che non eserciti una mera funzione d’appoggio al grande chitarrista, ma ne esalti le peculiarità: consentendo a Santana di non strafare, integrandosi pienamente nel progetto. Ecco, la speranza è che questo lavoro rappresenti l’inizio di una nuova collaborazione proficua; questo perché Santana ha bisogno di uscire dal campetto commerciale nel quale si era confinato negli ultimi anni e ritrovare, come qui in parte già accade, quel sapore ancestrale per la chitarra rock che tanto fece innamorare quando esordì sul palcoscenico del rock mondiale. Attendiamo fiduciosi, ma è fuori di dubbio che con quest’album Santana rientra in pista con la voglia di riscrivere una storia recente che ha sempre avuto più maiuscole che minuscole.