Nevermen – 
S/t

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Cosa ancora possa dire Mike Patton solo Mike Patton forse lo sa. Ma il punto è un altro, e cioè: perché mai Mike Patton non dovrebbe ancora “parlarci” (in musica)? E per far contento chi?

In realtà 
Mike continua a parlarci come sempre ha fatto: con la passione fagocifera che possiede per la musica. Talvolta cantando in maniera classica, Pop (MondoCane), altre accompagnando furibonde bordate Crossover (Faith No More), altre ancora con la sperimentazione (Fantomas) o l’ironia colorata tinta di losco (Mr Bungle), senza dimenticare i codici del Blues acido e matematico (Tomahawk) o dell’hip trip pop hop (Peeping Tom).

Circondatosi in passato da collaboratori del calibro di: 3D, King Buzzo, John Zorn, John Stainer, Duane Denison, Dr Octagon, Roy Paci, l’orchestra di Bologna, e lasciando nel cassetto, per il momento, quel sogno ancora da realizzare – un album con Frank Zappa, ma dategli tempo e vedrete che ci riuscirà –, per questo nuovo progetto chiama in disparte Tunde Adebimpe (cLOUDDEAD) e Adam Drucker (TV On The Radio).

Fermo restando che le vette raggiunte con certi precedenti progetti rimangono inavvicinabili, “Nevermen” viaggia sul doppio binario del Pop obliquo con irruenza alternative bianca e negritudini Afro Beat da un lato e frenetici cut up avant hop dall’altro.

Incalzante, apparentemente facile ma ricco di virgole e punteggiature. Dettagli che, paradossalmente, sono e divengono la chiave di lettura di un album non fondamentale ma sicuramente godibile. Dove il gioco di richiami al passato pattoniano (ma non solo) porta l’ascoltatore (NON ignaro) a doversi alzare più volte dalla poltrona dove è comodamente seduto per rimettere il disco dall’inizio. 
Qualsiasi cosa Mike Patton abbia voluto dire con questo side-project è cosa buona e giusta. Noi lasciamoglielo pure dire.