Uli – Black And Green

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And then you say to me / I look like / that kind of girl who doesn’t cry / who never cried / but don’t you forget / it’s not a path / is a river bed.

Uli, ovvero Alice Protto, entra nelle orecchie quasi in punta di piedi e poi, a un certo punto del suo primo disco, “Black and Green”, tira fuori un testo come questo. E non solo: anche melodie di tutto rispetto, mettendo alla prova la sua voce da giovane e brava ragazza, intonandola su fondi chiaroscuro. Voce dolce e frequenze profonde, nero e verde, con un tocco di leggerezza qua e là: è questa la formula vincente di tutte le 9 tracce di un album che potrebbe benissimo essere la colonna sonora di un film di Wes Anderson. Tra tinte pastello e sfondo crepuscolare, come nella traccia che dà il titolo al disco, tra ingenuo languore e suoni cupi, come nel brano che porta il nome della grande Nina Simone.

Uli paga il suo tributo al passato, a un certo modo di fare songwriting, ma non preoccupatevi: non c’è ombra di emulazione e il risultato è qualcosa di originale, a suo modo, come dimostra l’incedere epico di “Hicks V Z” , breve traccia che chiude il disco. Finalmente le giovani “cantantesse” italiane non si sforzano più di fare “cose” italiane, così possiamo ascoltare qualcosa liberi dall’impulso a fare confronti – e liberi dai facili rimpianti – e respirare aria pulita.