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20/05/2016 | svart | brutusband | ![]() |
I Brutus non appartengono a questo decennio. Plausibile che siano un gruppo di rockers inciampati in un Wormhole nel 1971 che li ha catapultati ai giorni nostri. Pantaloni a zampa di elefante, lunghe chiome e strumenti rigorosamente vintage. La Blues/Hard band di stanza ad Oslo conferma anche con questo terzo lavoro – dopo il disco omonimo del 2010 e l’ottimo “Behind The Mountains” del 2013 (album che segnò la collaborazione con la Svart Records) – la propria non appartenenza a questo decennio, ma neanche ai tre precedenti.
Siamo infatti al cospetto di uno splendido esempio d’artigianato Blues dalla spiccate venature Heavy. Un’attitudine, la loro, che ripudia sistematicamente gli artifizi moderni, puntando tutto sui riferimenti più alti di genere. Registrato dal vivo in quattro giorni presso l’Engfelt & Forsgren Studios di Oslo da Christian Engfelt, questo terzo “Wandering Blind” conserva tutto il fascino riconducibile a band del calibro di Leaf Hound e Blue Cheer, pur non disdegnando l’incursione nei territori per più scuri di Black Sabbath e Pentagram.
Un lavoro delizioso che attraversa con passione tutta la cultura Heavy dei Seventies senza cedere neanche per un secondo alle lusinghe della tecnologia moderna; un’appassionata ricerca che non disdegna il lavoro di cesello nel ricreare quelle atmosfere, talvolta lugubri e spesso capaci di ricordarci di cosa s’intende con la parola “Rock”.