Moon in June Festival – Lago Trasimeno (PG), 26 giugno 2016

Arrivare all’isola Maggiore sul Lago Trasimeno, in Umbria, al tramonto sembra quasi sempre un’esperienza mistica. Le acque dolci del lago riflettono e levigano l’afa e la calura di uno dei giorni più lunghi dell’anno, a fine giugno, e regalano naturalmente scenari mozzafiato. Decidere di aggiungere incanto all’incanto, con la musica a completare l’opera della natura è stata un’idea talmente azzeccata che da qualche anno a questa parte sopravvive anche a chi l’ha pensata. Sergio Piazzoli, compianto organizzatore degli eventi musicali più belli mai realizzati negli ultimi trent’anni nella sua regione, ci aveva visto lungo, quando diede vita al festival “Music For Sunset”. Ed ora, da quella idea lungimirante, è nato anche questo nuovo festival, Moon In June, giunto quest’anno alla sua seconda edizione.

Il festival è organizzato dalla Fondazione Sergio Per La Musica, nata proprio in omaggio a Piazzoli, dalla sua compagna Patrizia Marcagnani e presieduta da Virgilio Ambroglini, ed è particolarmente legata a Robert Wyatt. A partire dal nome dello stesso festival “Moon In June”: celebre canzone dell’artista progressive/jazz che partecipò a una delle tante memorabili edizioni di Rockin’ Umbria, con il titolo della quale hanno deciso di battezzare il primo evento della Fondazione, quello svoltosi anno scorso con la direzione artistica di Vinicio Capossela. Quest’anno, come già preannunciato da tempo, tale direzione passa proprio a Robert Wyatt, già presidente onorario della Fondazione, nonché grande amico sia di Piazzoli che di alcuni artisti presenti sull’isola, come Cristina Donà, voce e autrice amatissima dal mitico fondatore dei Soft Machine, che con lui ha collaborato in diverse occasioni. Non è un caso, infatti che il primo brano del suo repertorio personale proposto dalla cantante lombarda domenica sera è stato “Goccia”, il cui arrangiamento porta la firma proprio di Wyatt che lo impreziosì in una fase successiva con curiosi suoni di tromba e un accompagnamento cantato in forma di bolero.

Ma “L’isola di Wyatt” ha radici anche più lontane, quando sul finire degli anni Novanta il Consorzio Produttori Indipendenti realizzò un omaggio all’artista inglese “The different you, Robert Wyatt e noi” prodotto da Francesco Magnelli, a cui presero parte molti dei nomi che domenica sera hanno deliziato la platea sold out del giardino sull’Isola Maggiore. Oltre ai già citati Cristina Donà e Francesco Magnelli, gli altri Post-Csi Giorgio Canali, Massimo Zamboni e Ginevra Di Marco accompagnati anche da un nome “estraneo” a questo mondo e legato alla scena indie più recente, Brunori Sas, che ha saputo però calarsi perfettamente nella parte, raccongliendo le suggestioni dei suoi co-suonatori. Ciascuno a suo modo e con la propria personalità, dal tramonto in poi, hanno tributato un omaggio denso e appassionato a Wyatt, alternando in scaletta ai suoi brani più celebri – come i grandi classici “Oh Caroline” e “Shipbuilding” – i successi del proprio repertorio, senza risultare troppo fuori luogo, ma anzi riuscendo quasi a trasformare con lo spirito di gruppo un’ensemble di fuoriclasse in una band di vecchi amici accomunati dalla passione per Wyatt, e più in generale, per la musica. Immancabili anche i cavalli di battaglia di ognuno di loro, da “Lezioni di Poesia” o “Nostra Signora della Dinamite”, passando per “Ho sempre me” o “Universo” della Donà, dall’immancabile “Del Mondo” (che lo stesso Wyatt interpretò anni fa) alla splendida “Irata” interpretate da Massimo Zamboni, per finire con i grandi successi di Dario BrunoriCome Stai” o “Guardia 82”. Senza dimenticare la voce potentissima e incantarice di Ginevra Di Marco, vero e proprio trait d’union carismatico della serata. Una specie di versione speciale di “Stazioni Lunari”, dunque, che ha trovato nello scenario naturale dell’Isola un teatro perfetto al trasporto palpabile degli artisti presenti “Difficile capire le emozioni e le sensazioni che si stanno sommando qui sopra e in quest’isola stasera” hanno detto in chiusura, quando la coralità ha toccato l’apice con l’ultima, splendida “Fuochi nella Notte di San Giovanni” e il suo “Chi c’è c’è, e chi non c’è non c’è”. Un peccato davvero, non esserci stati, a questo tributo commosso e magico della migliore Italia a Robert Wyatt.

Testo: Patrizia Cantelmo
Foto: Riccardo Ruspi