Pop X: stratificazioni e qualunquismo

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Una volta c’erano le schizofrenie. Una volta c’era Lou Reed. C’era Metal Machine Music. E Questo già basta per porgere volutamente il fianco ai franchi tiratori – hey! quella storia lì l’ha già tirata fuori uno più bravo di te. E ci mancherebbe. Della serie: Retromani si! Ma ci avete mai provato con la merda?
Come se si potesse fare altrimenti.

Verso la fine degli anni Ottanta il mio vicino di casa realizzava video amatoriali incentrati su storie assurde. Aveva un cugino dalla salivazione eccessiva, e con lui architettava scenette sadico/umilianti il cui protagonista era sempre un ragazzino di quartiere molto timido ed impacciato. Benché la risata di “colon” spesso trapelasse dalle mie labbra – quella che devi fare per consuetudine –, spesso me ne andavo quasi subito. Recentemente ho scoperto di provare la stessa sensazione ascoltando Pop X. Li avete ascoltati no? Io oggi per la prima volta. Visto l’hype spruzzato da riviste come Rock.it, Rolling Stone, Wired e pergiunta La Stampa (chissà chi altri), due domande te le fai. Lesbianitj è poca roba, ma non è questo il punto. Siamo dalle parti di un rigurgito Disco-Rumeno farcito di parole storte come “frocio” – oppure addirittura “palle” –, posizionato artisticamente al tempo in cui camminare sulla passerella del proprio stabilimento balneare di fiducia era impossibile senza che t’accompagnasse la colonna sonora. Il Festival Bar, “il toblerone”, “la prima sega” e per un attimo credere di essere con Max Collini a Reggio Emilia. Manco per sbaglio.

Insomma una polluzione notturna unita a seghe giornaliere senza mai scopare. Del resto a noi (ma anche a voi) della fine che farà il Pop (X o meno) fra vent’anni non frega un cazzo, però emerge un dato interessante: sono tempi turbolenti e il pubblico vuole una canzone catarifrangente subito! Oppure una dose di Ottanta mania che neanche Jerry Calà – tanto vi sareste chiesti anche voi perché è ancora in giro a fare comizi serali in favore di una visione paradisiaca di quel decennio. Sarà la bamba, sarà che alla fine ci avete sguazzato tutti nell’ultimo micro boom economico. I soldi vi piacevano prima e vi piacciono ora, ed è normale.

pop-x-lesbianitjLa verità è che siamo nel pieno delirio mentale da social marketer improvvisati, e anche un po’ paraculo. E come ci dicono, non possiamo certamente negare che: “Pop X è icona, riempie i locali in cui suona e macina traffico in rete“. Lui, l’anti-artista (?!) che cita il Neomelodico Napoletano, che ama lo squallore nostrano, cavalca il revisionismo con charme d’altri tempi – quello riconducibile ai più rinomati autoscontro – per poi condannare (coerentemente) la tecnologia. Il punto forse, se ce ne fosse uno – e non solo per quanto riguarda Davide Panizza –, è legato al giudizio morale. Alla paura di esso. Quei Moralia che tanto piacevano al compianto Dario Fo, e che rappresentano una completa fregatura per il nostro tempo a causa dello spessore flebile che passa fra questi ultimi e la lamentela. Nichilismo consapevole: ma ne siamo sicuri?

Data:
Album:
Pop x - Lesbianitj
Voto:
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