Sotto i ponti dell’outer ring a caccia di tesori

Il segreto di Pulcinella che Erika M. Anderson ha definitivamente svelato su disco il mese scorso, continua imperterrito nel manifestarsi. L’outer ring (l’anello esterno, quel lembo di provincia che cinge le grandi città, come i capoluoghi di provincia), prolifica, bivacca, se la gode alla faccia delle medio-grandi realtà urbane: messe spesso in ginocchio dalla crisi – anche se non ne siamo del tutto sicuri, anzi per niente. Succede in America e anche qua da noi. Così, per la cultura feat birrette, bisogna recarsi fuori città.

A Savignano c’è il consueto SIFEST, che quest’anno si presenta come: “Un panorama di narrazioni possibili, di molteplici localizzazioni della fotografia contemporanea, un’evocazione degli attraversamenti dialettici della fotografia oggi nel mondo del visuale, che si incontrano alla confluenza di un unico luogo e si incrociano in un festivalAd Confluentes, letteralmente dal latino alla confluenza e toponimo del primo insediamento di Savignano sul Rubicone in epoca romana” – da non perdere l’allestimento presso il SIFEST OFF che vede pesci e crostacei immortalati come protagonisti di alcune tra le più famose scene del cinema mondiale. Nella scena della doccia di Psycho c’è una triglia (spoiler).

Drizziamo le antenne. Sul Ponte consolare Romano – “Il ponte Romano a tre arcate che collega le due sponde del Rubicone è il più antico monumento ed il simbolo stesso della città di Savignano” – c’è la statua di Giulio Cesare piuttosto perplessa davanti ad un’improvvisata ciurma di ballerini latino americani che tentano in tutti i modi di distruggere il climax dell’evento: milf e giovincelli, alma de Cuba fuori tempo massimo.

Sotto il ponte, le nutrie fanno ora meno paura, poi c’è gente che fa urlare le chitarre: scendiamo. Cinque minuti dopo siamo già molto vicini all’autismo da rivelazione inaspettata; è ovvio che, lo sfuggire ad un inferno dominato da vecchie cariatidi che muovono seni cadenti su facce inspiegabilmente divertite, può già di per se essere motivo di liberazione, ma non è questo il caso. La conversazione giunti nei pressi del palco è una roba tipo:

a – “bomba”
b – “spacca”
a – “cazzo dici?”
b – “Jeffrey Lee Pierce“.

Sono i Qlowski: tutti li conoscono, noi facciamo un po’ la figura dei pirla – la solita storia del: “100 promo al mese tutti descritti nel press kit come imperdibili“, poi magari lisci alla grandissima gente come questa. Romagnoli con base a Bologna, i quattro hanno un Ep all’attivo (su cassetta verde andata esaurita, sigh) e un singolo per Sniffin’ Glucose. Loro dicono Post-Punk e Kiwi-Pop (The Fall, Wire, Devo), noi, Gun Club e B52’s: almeno dalla presenza vocale del frontman e della tastierista – qui più Lilith Oberti che Exene Cervenka. Le rifiniture sono squisitamente oscure: tipo che nei loro ascolti c’è sicuramente gente come Protomartyr e Cure. Il pubblico applaude e noi abbiamo trovato un argomento valido da affiancare al leitmotiv della serata, ovvero: cosa è successo nella terza stagione di Twin Peaks. Ma questa è un’altra storia. Attendiamo il primo full lenght.