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20 Dicembre 2016 | Joyful Noise | joanofarcband.com |
L’Indie band di Chicago quest’anno festeggia il ventennale. Per l’occasione, dopo cinque anni di silenzio, presenta un nuovo album: che come già accaduto in precedenza rappresenta una censura rispetto al passato, con tutti i rischi e i pregi dell’operazione artistica. Il polistrumentista e leader della band Tim Kinsella, in varie interviste su testate di settore, ha raccontato la genesi di questa loro ennesima rinascita; in fondo vent’anni sono davvero tanti per una band e possono pesare molto.
Quindi ecco emergere la necessità di rinnovamento. In questo, l’aspetto live di una band continua ad essere decisivo dal punto di vista creativo; offrendo la possibilità di toccare con mano i tanti aspetti legati alla della quotidianità del proprio pubblico – che i Joan Of Arc hanno sempre osservato con cura. Le modalità espressive della band, nell’arco in questi vent’anni, hanno spaziato dalla scrittura intima, a tratti persino soffocante, a quella più ruvida: influenzata dalla loro Chicago. Ma senza mai perdere visione d’insieme e di come il mondo musicale stesse evolvendo.
Così, ecco il ritorno di fiamma per l’elettronica, qui utilizzata con parsimonia in modo da esaltare le qualità compositive del gruppo. I Joan Of Arc di “He’s Got The Whole This Land is Your Land in His Hands” ci ricordano – se ce ne fosse bisogno – quanto fin dagli anni novanta siano stati seminali per le nuove band di genere. Su tutte segnaliamo: “Cha Cha Cha Chakra“, “Never Wintersbone you” e la finale “Ta Ta Terrorsdrome” – che suona come un mantra sognante. Insomma, davvero un buon album. Avanti su questa strada.