New Found Glory – Makes Me Sick

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Il Pop-Punk ha rappresentato una risposta per gli adolescenti cresciuti nel decennio successivo l’esplosione dell’Hard-Rock – quello hairy degli anni ’80. Mentre prima si parlava di donne, sesso e motori – ok, anche di Rock’n’roll –, in seguito l’attenzione è stata carpita dalle storie incentrate sui primi appuntamenti, e magari su come fare un ollie decente con lo skate – lo stadio antecedente alle tre tappe del più macho Hard-Rock.

Quindi, le ribellioni di Poison, Bon Jovi e Twisted Sisters, hanno sempre guardato ai padri Black Sabbath e Judas Priest. E i fratellini Pop-Punk? Guai a prendere ispirazione dai fratelli maggiori! Meglio da tutt’altra generazione: quella dei Ramones, Clash e Descendents. Ecco quindi nascere i “ribelli” degli anni ’90, con le loro problematiche da teeneager e depressioni da college. Il bello e il cattivo tempo, mutevole come una giornata di pioggia d’estate.

Eppure ogni band possiede il proprio bacino d’utenza, e ogni ascoltatore ascolta i rappresentanti del proprio microcosmo. Forse è per questo che tutto il filone Glam-Metal trova le sue più alte rappresentazioni nella terra degli eccessi: gli Stati Uniti. Stessa cosa il Pop-Punk, di cui tutto si può dire fuorché si professi portabandiera di rivoluzioni o di lotte di classe, se non, appunto, le classi del liceo.

Gli anni ’90 sono stati anche i Green Day – che portavano toppe dei Rancid e NOFX, adesivi dei Dead Kennedys e Bad Religion: questo il background che ha ulteriormente spalancato il portone ai posteri. Benché l’astro capace di caratterizzare perfettamente il contesto erano, e rimangono ancora, i Blink-182.

Fratellini e fratelloni che fanno un “Pop Disaster Tour” e già il nome vi fa capire quanto la parola “Punk” abbia autorità.

Ma dalle due band, i New Found Glory, hanno preso quella che nei Green Day era incoscienza e nei Blink-182 un vero e proprio lavoro da operai specializzati.

Una carriera in ascesa che è stata promotrice di un Punk-Rock facile, dall’incredibile sapore Pop. Scordatevi gli assoli ripetuti del Classic Rock, i sintetizzatori e tutta l’eredità elettronica degli anni ’80: come per i padri del Punk di fine anni ’70, anche per loro è stata tabula rasa. Certa radiofonicità squisitamente statunitense ha contribuito poi nel confezionare un prodotto patinato ma dall’approccio acerbo – e forse anche un pochino autentico – dei primi Green Day.

Voi però vi chiederete: che senso ha suonare ancora Pop-Punk a 40 anni?

La risposta va ricercata talvolta nella passione, nella voglia di continuare a divertirsi, mentre in altri casi scattano dinamiche differenti. Spesso parliamo di veri e propri brand che potrebbero funzionare anche senza il cantante-vetrina, continuando ad essere i punti di riferimento per le nuove generazioni – perché ad una certa età “tutti hanno bisogno del punk” e tutti incappano negli stessi luoghi comuni.

Quindi anche l’ultimo e freschissimo “Makes me Sick” dei New Found Glory, rimane nella scia dei lavori sopracitati. Pop-rock graffiante (senza esagerare) e Punk-rock ribelle (ma non troppo) nel tentativo di far presa sulle giovani generazioni.

Come? Utilizzando lo stesso metodo della televisione moderna, coadiuvato da certi ammiccamenti estetici: chitarre graffianti e batteria che pesta tosta e diretta, linee vocali tremendamente accattivanti (queste, a volte, anche troppo). Il tutto votato verso un easy listening talvolta disarmante, ma capace di appiccicarsi sulle meningi come pochi altri. Tutto e subito. Questo è il trademark e l’intento degli adolescenti. Capire ed assimilare tutto prima che arrivi la stanchezza.

Ecco perché sono tante le citazioni. Dai NOFX, agli Stooges, dai Bad Brains agli Hatebreed. Tutti i capostipiti, qui addolciti dalla componente melodica. Quindi l’ipotetico mix perfetto fra i Misfits e i REM? – “Party on Apocalypse” cita proprio “End of the World”. “Call me Anti-Social” continuerà a ronzarvi nelle orecchie, riportandovi ai tempi in cui bastava una bici (o uno skate) per lasciare tutti quei futili pensieri a casa.

Mezz’ora abbondante condita addirittura da un accenno di synth (“Happy Being Miserable”) e di musica calypso (“The Sound of two Voices”): ma questo solo perché i nostri sono ormai over-40 e hanno allargato un po’ i loro orizzonti.

Blurred Vision” non stonerebbe all’interno di un album dei Paramore o di Avril Lavigne. “Say it don’t Spray it” sembra addirittura manifestare dissenso nei confronti di chi si combatte a suon di graffiti. Un improbabile manifesto anti-bombing di una generazione ripulita che si è ormai lavata le mani dalla vernice delle bombolette?

Quindi, tornano al quesito di cui sopra: ha senso suonare pop-punk a 40 anni?

Inutile trovare una risposta, meglio far ripartire l’album dall’inizio.

Data:
Album:
New Found Glory - Makes Me Sick
Voto:
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