Björn Magnusson – Almost Transparent Blue

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Entrare nel sito di Björn Magnusson è un po’ come fare un salto in un ipotetico comparto freak del deep web, ma senza immagini forti. Niente pornografia, tratta di umani, o armi: solo roba per allucinati. Una composizione ad immagini (e video) capace di riassumere in breve un’estetica.

Björn è un Folk singer tra i più inafferrabili. Arriva da anni di tour e sperimentazione come Great Black Waters, sua precedente ragione sociale e banco di prova mediante il quale rodare il proprio connubio fra Rock’n’roll esistenzialista e balli popolari irrazionali. Ma con Almost Transparent Blue ha deciso di metterci nome e cognome, di fare il salto.

Tutto viene concepito a New Orleans, precisamente a casa di Nicholas Inspektor Sodapop Ray. Caldo appiccicoso e cassette recorder a quattro tracce per una gestazione che in realtà avverrà in più location. Segnatamente a New York, nello studio di Dave Voigt con Danny Hole (Nikki Sudden, Kid Congo, The Warlocks, ecc.) alla batteria, e in analogico a casa dello stesso Magnusson: un silo di cemento dismesso dalla seconda guerra mondiale sulle Alpi svizzere.

Il risultato è un disco dall’incedere ruminante, che cela visioni oscure sull’asse Velvet Underground / Captain Beefheart / Indie-nineties (dalle tinte Pop), qui reinterpretate partendo da uno sconclusionato assunto Folk.  Introspezione che prende il volo per smarrirsi fra le nuvole della Psichedelia più nobile. Ché poi il nostro sia un estimatore di Royal Trux e The Stooges é pacifico, come di quelle atmosfere metropolitane gonfie di agenti chimici dannosi, dove è un attimo perdersi e cominciare a vedere i propri fantasmi.

Data:
Album:
Björn Magnusson - Almost Transparent Blue
Voto:
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