Intervista a Breakfast: A colazione con degli eroi ordinari

  • Complice la presentazione di “Ordinary Heroes”, secondo album dei Breakfast, ho incontrato il duo italo-australiano per scambiare due parole sul loro lavoro. Dopo un delicato show acustico di appena mezz’ora in cui Maurice e Enrico hanno eseguito pezzi di entrambi i loro dischi, ci siamo seduti sulle sedie della fnac di Milano e questo ne è il risultato:

    Prima di tutto: chi siete, cosa fate, insomma una presentazione del progetto Breakfast.

  • Enrico: noi siamo i Breakfast, Enrico Decolle e Maurice Andiloro. Ci siamo conosciuti perchè Maurice era mio fonico all’epoca del gruppo in cui suonavo (Alias ndr) e a me personalmente avanzava del materiale. Ho deciso una sera di telefonare a Maurice e di dirgli “perchè non facciamo un disco insieme?”. Da cosa nasce cosa, siamo arrivati già al secondo disco e così.. Bene.
  • Quali artisti e album vi hanno influenzato di più per questo lavoro?
  • E: diciamo che entrambi i lavori, ma più il primo quindi la nascita dei breakfast, nasvcono da degli ascolti, cioè nel momento in cui facevamo degli ascolti approfonditi degli anni sessanta: i Beatles piuttosto che i Beach Boys, Pink Floyd e quant’altro. Ecco a livello tecnico stavamo a sentire le virgole di ogni singolo pezzo.
  • La domanda ora viene quasi spontanea: la copertina di “Ordinary Hereos” è dunque una sorta di tributo a “Pet Sound” dei Beach Boys?
  • E: io sono contento che tu l’abbia notato. Assolutamente si, è un tributo volontario non solo a quell’album ma a tutto il mondo che stava attorno a quell’album e a quagli anni.
  • Com’è cambiato il vostro modo di lavorare rispetto all’ album precedente (disco omonimo uscito per Audioglobe/Santeria ndr)?
  • E: bhè per il primo album alcune canzoni erano già nate in acustico, già registrate, un pò lo-fi.. per cui c’era già del materiale pseudo-pronto su cui lavorare. Il secondo disco invece è totalmente fatto ex-novo, insieme, con tante ore di esercizio sulle consolle e Maurice può intervenire a riguardo -Maurice accenna un sorriso e ride- per cui è nato in questa maniera cioè con una grande complicità tra di noi e tante ore di distrazione e registrazione.
  • Sostanzialmente come nasce una vostra canzone? si parte prima da una melodia, da un testo o…
  • E: mah, solitamente dalla musica
    Maurice: si si dalla musica poi da un testo, dipende ovviamente dai casi. Lui ovviamente ha dei giri suoi e poi si ampliano insieme
  • Ho saputo che siete anche dei produttori..
  • E: si diciamo che ci stiamo mettendo alla prova come produttori
  • Avete visto o comunque vedete qualche gruppo degno di nota, da seguire, nella scena italiana?
  • E: diciamo che ce ne sono sempre di validi, al momento stiamo lavorando su delle cose che ovviamente non possiamo ancora rivelare per motivi altrui. Però si, la scena italiana è una buona scena. Se si può parlare di scena poi: i gruppi e i generi sono i più disparati. Parlerei più di gruppi buoni che di una vera e propria scena.
  • Per finire: 3 dischi e 3 libri di cui non potete fare a meno
  • E: comincio io.. Allora: “Revolver”, “Pet sound” e Sparklehorse, indifferente quale. Per i libri mi metti in crisi perchè io leggo molto..
    M: “1984” di Orwell e poi “Brand new world”
    E: il terzo lo trovo io. “Il vecchio e il mare” direi che ci sta dentro come riferimento.
  • Grazie mille della disponibilità, siete stati gentilissimi.
  • E: grazie a te

    *un grazie per quest’intervista alla Mescal e al suo ufficio stampa (in particolare a Chicca e Manuela) e ai Breakfast