Intervista a Marlene Kuntz: In viaggio con Marlene

  • Abbiamo raggiunto Riccardo Tesio, chitarrista dei Marlene Kuntz, per una veloce intervista telefonica, per parlare dei Marlene stessi e del loro nuovo lavoro, Bianco Sporco.

    Rocklab: Ciao, prima di tutto Bianco Sporco; nelle interviste avete parlato del disco come un ritorno al pudore, al candore, parlando anche di fantasmi: con questi concetti da cui parte il disco, può essere definito lavoro della maturità?

  • Riccardo: In realtà l’aggettivo maturità non mi piace in tutte le sue accezioni. La maturità significa anche traguardo, e non mi piace pensare a noi come gruppo che ha raggiunto un traguardo, o almeno nei termini di un’occasione per andare avanti..
  • R: quindi un dinamismo sempre in movimento..
  • R: Esatto. A me piace molto pensarlo come un album di fotografie che raccoglie quello che è successo in un determinato periodo, quel nostro percorso creativo dove abbiamo fissato queste idee e tutti i suoi spunti, anche attraverso il passato.
  • R: Riguardo a questo, penso che i Marlene Kuntz siano stati molto penalizzati dal dualismo leggerezza/rumore. Mi spiego: se nei dischi precedenti vi proponevate in versione noise e ora in versione melodica, c’è stata una sorta di rottura. Bianco Sporco invece sembra riallacciare finalmente questo discorso, continuando quella progressione, quella maturità, di cui si parlava prima..
  • R: La melodia mescolata al rumore ci ha attratto fin da Catartica. La melodia è sempre una cosa difficile da gestire per noi, che non vogliamo essere ricondotti verso la “classica melodia italiana”..
  • R: Quindi, tentate di porvi a livello internazionale?
  • R: Il nostro progetto artistico nasce da questo, la nostra crescita è stata sempre condotta dal rock, che in ogni caso nasce da altre parti. Noi vogliamo portare questo suono, e man mano, anche grazie a Victor Van Vugt e Rob Ellis, riusciamo a gestire meglio questo suono.
  • R: Riguardo al disco, e i suoi provini – che sono in inglese. E’ stato un processo particolare?
  • R: E’ il nostro processo di scrittura. Di solito partiamo dalla struttura e la linea melodica viene creata in un “finto inglese”, così da concentrarsi sulle idee.. per quanto riguarda i testi e la voce, invece, in questo disco esiste una ricerca melodica migliore; attraverso i cori, l’amonizzazione, abbiamo fatto una ricerca più approfondita.
  • R: Per questo disco avete scelto l’autoproduzione, se non sbaglio
  • R: A parte i primi dove non ci sentivamo totalmente pronti, negli ultimi due, pur essendo più sicuri di noi, volevamo ancora confrontarci con un orecchio esterni.. Con Bianco Sporco è stato diverso; suonavamo facendo i provini per poi ascoltare noi stessi, o, quando in studio si finiva per fare lunghissime jam session, chiedevamo il parere di amici, ma è stato tutto un processo controllato da noi..
  • R: Riguardo a questo, la partecipazione di Amaury Cambuzat che ha suonato il piano nei provini del disco che pesa ha avuto?
  • R: Dopo aver suonato con lui, per quanto trovatoci bene, abbiamo deciso di continuare il discorso portato avanti con Rob Ellis. Il suo peso si è fermato ai provini, senza influenzarci, è stato come suonare con un amico. Sicuramente faremo qualche data insieme, come è successo a Roma al Villaggio Globale.
  • R: In questo disco non compaiano Spore: è stata una scelta precisa?
  • R: Sì, c’è una ragione. Di Spore ne sono state pubblicate parecchie, e questa volta l’inserimento poteva sembrare eccessivo. Ragione ancora maggiore è che il disco è stato composto a tre, e la spora, essendo improvvisazione, richiede un gruppo affiatato. Essendo rimasti senza Dan, non sarebbe stato possibile.
  • R: Parlando di questo, la dipartita di Dan Solo sembra essere successa molto in fretta.
  • R: In realtà il processo è stato molto più lungo, e ad un certo punto la cosa è precipitata. Per il disco avevamo già idee, e siamo andati avanti, chiedendo la partecipazione di Maroccolo, che è stato uno degli amici cui sono stati fatti sentire i provini e che ci ha consigliato poi la via dell’autoproduzione.
  • R: L’ep Fingendo la Poesia” ha avuto un’influenza su Bianco Sporco, oppure è stato solo un episodio a sé stante?
  • R: A livello consapevole nessun filo diretto. Sicuramente una cosa che ha inciso è stato lavorare con Giorgio Canali, che ha collaborato sia all’ep che a Bianco Sporco. Sue sono state le indicazioni sulla armonizzazioni e sui cori vocali, oltre un buon chitarrista è anche un ottimo cantante.
  • R: Ultima domanda: per chi si approccia ai Marlene per la prima volta con Bianco Sporco, cosa dovrebbe aspettarsi?
  • R: La prima cosa che mi viene in mente è “il modo”, vale a dire la pazienza. Abbiamo bisogno di pazienza per scoprire cose che al primo ascolto non erano venute fuori. Molti ci hanno detto che il primo ascolto di Bianco Sporco è spiazzante.