Negramaro: In Volo tra nuvole e…Negramaro

Ci vogliamo accanire? Ok facciamolo pure! Sempre pronti a risultare i soliti “Lester Bangs” paraculi ma finendo per buttar fango su qualunque forma musicale nascente nella nostra povera Italia. E’ vero siamo offesi, schifati e nauseati dalla bassezza sonora che circola laboriosamente dal Tacco alle Alpi ormai da troppi anni danneggiando crudelmente il nostro sventurato apparato uditivo. Troppi tormentoni, squallide melodie, inascoltabili motivetti da classifica stagionale o da odiosissime suonerie per cellulari. Ma perdonatemi se continuo a credere che non sia ragionevole condannare arbitrariamente chi in classifica ci sta ma con intenzioni differenti, specialmente se è un live a fornirti maggiori certezze. Arrivo in tempo per assistere al sound check dei sei Salentini, le condizioni meteo sono molto incerte e una pioggia improvvisa renderebbe la situazione notevolmente complicata trattandosi di un campo in terra, inoltre lo stadio è notevolmente grande e inizialmente penso che forse è fin troppo ampio per raccogliere il loro pubblico. Il sound check scorre regolarmente lasciando anche il tempo di intrattenere la band con una bizzarra esibizione calcistica o con le prime fan pronte a farsi immortalare avvinghiate alle loro spalle. Una tabella di marcia più o meno consueta fino ad ora, ma lo stadio è ancora vuoto e sono già le 19.30 per cui mi dileguo: start previsto ore 23.00, prima suonano dei gruppi spalla locali. Ok pochi minuti all’inizio, rientro nello stadio, alzo la testa e anche se non popolato completamente quel campo è fottutamente pieno di gente. Salgono sul palco dopo i liturgici saltelli di riscaldamento a piè pari nel backstage e il pubblico, orgoglioso e soddisfatto di non dover ascoltare la loro musica solo ed esclusivamente sui grandi e distanti palcoscenici italiani , perde il controllo sull’intro distorta di “Nella Mia Stanza” e ok, giocheranno anche in casa, ma quella voce intensa e morbida convince, anche nei più inaspettati falsetti, e sbavature non ne sento, neanche dal resto della giovane cricca. L’atmosfera continua a scaldarsi e come ogni hit che si rispetti, dopo “Essenza”, partono fragorosi e roboanti i colpi di Danilo (batteria) che rivelano orgogliosamente “Mentre Tutto Scorre”, scatenando una folla che per la prima volta appare insensibile allo stomachevole tasso di umidità che caratterizza questi luoghi. Ormai è fatta, e nonostante le mie iniziali perplessità, rimaniamo sedotti senza possibilità di scampo. Sono convincenti e sul palco risultano ancora più spavaldi e persuasivi, con una sicurezza che in genere caratterizza solo chi gode di fama consolidata. Il cielo sopra le nostre teste adesso è terso e stellato, suggestivo a tal punto da diventare cornice ideale per annunciare le note soffici e nostalgiche di “Solo Tre Minuti”. Dopo un appello allo scalmanato pubblico femminile per l’apertura di “Musa” , l’ impavido Giuliano torna a giocare con la voce in “I Miei Robot” fedelmente accompagnato dalle grintose sferzate di Ermanno (basso) ed Emanuele (chitarra) per poi ritornare alla dolce calma di “Ogni Mio Istante” romantica e vellutata come non mai. Si potrebbe andare avanti ancora per ore senza avvertire il benché minimo senso di noia e monotonia, ripercorrendo i restanti pezzi dell’album in maniera fluida e coinvolgente. Bravi, bravi, bravi e non solo per la riuscitissima “L’Immensità” o per l’intro straordinaria alle tastiere di “Scomoda-mente” ma soprattutto perché le sorprese non sono finite. Dulcis in fundo? Special guest, sul palco salgono due dei compagni dell’avventura cinematografica della band (La Febbre): Fabio Volo, esagitato come non mai, e il bizzarro Peppino Campanella (scenografo). Tutti insieme sul palco per divertirci ancora con una versione di “Mentre Tutto Scorre” cantata a squarciagola dai due ospiti inaspettati. E noi lì sotto indubbiamente compiaciuti che l’esilarante bresciano abbia deciso di abbandonare ante tempore la carriera di cantante! Soddisfatti quindi, di aver preso parte a questo evento, perché i ragazzi meritano, perché ci crediate o no transitano su un binario distinto, perché hanno emozionato, perché hanno tenuto alto l’interesse di migliaia di spettatori in modo maturo e completo, perché hanno proposto uno spettacolo ricco di sfumature e atmosfere mutevoli e raffinate, con l’unica pretesa di regalare al pubblico la loro musica in maniera immediata e sanguigna.