Intervista a Sadist: Sometimes They Come Back…

  • Esco momentaneamente dalle mie competenze abituali per salutare e festeggiare il ritorno sulle scene di un grande gruppo, i liguri Sadist, la storica band culto autrice di almeno tre capolavori di death progressivo negli anni 90. Tommy Talamanca, chitarrista, compositore, tastierista e leader del gruppo, si è mostrato disponibilissimo e ci ha raccontato tutto con esemplare lucidità. Insieme abbiamo ripercorso le tappe fondamentali dei Sadist, dagli esordi alla grande affermazione internazionale, dallo scioglimento alla reunion, fino ad arrivare al nuovo disco omonimo in uscita in questi giorni.

    Samuele Boschelli:Ciao e bentornati! Vi avevo lasciato nel 2000 con un album controverso come “Lego”. Cosa è successo dopo l’uscita di questo album?

  • SADIST: E’ successo che il disco non ha avuto una accoglienza particolarmente calorosa, per usare un eufemismo. Dirò una cosa banale, ma tutte le band con una lunga carriera prima o poi toppano almeno un album…noi, per metabolizzare la cosa, ci abbiamo impiegato un po’ più tempo di altri, ma sicuramente il passo falso ci è servito, e tanto anche.
  • SB:A mio modo di vedere i Sadist sono sempre stati un gruppo in cui l’ evoluzione è sempre stato un elemento chiave: “Tribe” suonava diverso da “Above the Light”, così come “Crust” era decisamente diverso da “Tribe”. Non credete però di aver osato troppo su “Lego”?
  • SADIST: E’ facile oggi risponderti di sì, con tutti questi anni di pausa forzata sulle spalle, ma ai tempi, dopo un album pesante e violento come “Crust”, eravamo davvero ad un bivio. Già “Crust”, che è un disco molto più maturo rispetto ai suoi predecessori, aveva deluso alcuni fan, anche se era stato accolto molto bene in Germania ed in Olanda: non dimentichiamoci che grazie a quel disco riuscimmo a suonare al Wacken nel 1998 senza praticamente nessun supporto vero da parte di agenzie o etichette “serie”. Oggi, più lucidamente, ritengo che “Lego” ci è servito per crescere, ed un disco come “Sadist”, così palesemente “retro”, nonostante la produzione moderna, non saremmo riusciti a concepirlo, oggi.
  • SB:A mio parere “Tribe” rappresenta la vostra vetta artistica e l’album in cui siete riusciti a focalizzare al meglio le vostre insospettabili doti. Siete d’accordo?
  • SADIST: Personalmente continuo a preferire “Above The Light” e “Crust”. Il primo, anche se con parecchie pecche, contiene delle intuizioni stilistiche che ancora oggi ne fanno un disco attuale, e non lo dico io, ma molti autorevoli operatori del settore. Dirò una cosa impopolare, ma, dal momento che conservo ogni articolo riguardante la band, ricordo chiaramente i commenti all’uscita di tutti i nostri dischi: le recensioni relative ai primi due album, pur positive, non gridavano al miracolo, come succede oggi. Si tende, col passare del tempo, ad idealizzare le cose che fanno parte del passato remoto, un po’ come le proprie ex fidanzate. Oggi i Sadist hanno fatto un grande disco, arrangiato, suonato, e prodotto ai massimi livelli, e non lo dico io, che potrei essere di parte. Inoltre, la sperimentazione sonora su questo album è oltre ogni cosa fatta fino ad oggi. Sicuramente alcune persone continueranno a preferire il primo od il secondo album, così come io personalmente continuo a preferire “Reign In Blood” a “Divine Intervention”, ma riconosco che ciò che mi lega al “capolavoro” degli Slayer è sopratttutto un valore affettivo, e non di meno riconosco che “Divine Intervention” è un gran bel disco….
  • SB:“Crust” lo ritengo un disco con delle composizioni straordinarie, un’ ottima miscela tra violenza e qualità. Purtroppo è stato penalizzato da una produzione non proprio all’altezza…
  • SADIST: Questo ci fa riflettere sulla schizofrenia che ci ha preso oggi. Perché, “Focus” dei CYNIC ha una bella produzione? Quando uscì vendette meno delle aspettative, il tour di supporto andò malissimo, e di li a poco un gruppo epocale si sciolse…oggi ritornano, suonano lo stesso disco, economicamente prenderanno anche gli arretrati (con giusta ragione), e mandano tutti a cagare!!! Non voglio sembrarti polemico, oltretutto per vivere faccio il tecnico del suono, ed ammetto che dischi tipo “Demanufacture”, senza quel suono, pazzesco per l’epoca, non avrebbero avuto l’impatto che hanno avuto….ma sarebbe forse giusto valutare il contenuto di un’opera, non solo la confezione. Comunque, per rispondere alla tua domanda, penso che hai centrato il problema, con una produzione all’altezza forse “Crust” non sarebbe stato snobbato da alcune persone!
  • SB:Quando più di 10 anni fa mi chiedevano “Che musica suonano i Sadist?”, io ero solito rispondere così :” Pensate ai Death di “Symbolic” e “Individual Thought Pattern” che incontrano i Goblin”. Siete d’accordo con questa definizione?
  • SADIST: Hai citato due nomi fondamentali, anche se la preparazione tecnica dei Death forse l’avevamo raggiunta solo con “Crust”. L’influenza gobliniana, ed in generale progressiva, è sempre stato un altro elemento chiave nel sound della band. In generale, all’inizio mischiavamo un po’ tutto, ed è finito poi che il minestrone sonoro che ne usciva, ad un certo punto cominciò a piacerci. Oggi, dopo che con “Lego”, senza successo, abbiamo cercato di costruire dei brani un po’ più logici, siamo tornati al buon vecchio minestrone!
  • SB:Ho sentito parlare del vostro progetto parallelo ai Sadist, i The Famili. Volete parlarcene?
  • SADIST: TheFamili è una valvola di sfogo, del tipo: “allora non possiamo suonare nu metal, o crossover, o mettere inserti elettronici, perché non è metal….ok, allora noi mettiamo su una band dove se ci va, facciamo anche polche…”…non fraintendermi, con Sadist ci sentiamo molto realizzati sul piano tecnico/stilistico, ma ogni tanto, ascoltando, che ne so, un vecchio brano dei RAMMSTEIN, ci vien da dire: “cazzo, però, figa sta roba un po’ ignorante!!!”…Ecco, TheFamili è la nostra idea di musica “ignorante” (nel senso terapeutico del termine). Anche se, molto probabilmente, il prossimo disco TheFamili potrebbe essere un album di brutal death!
  • SB:Dopo lo scioglimento, il nome Sadist è ricominciato a circolare in seguito alle ristampe di “Tribe” e “Above the light”. Cosa vi ha spinto a ristampare questi due dischi?
  • SADIST: In primis la richiesta da parte della gente, e poi l’idea di riappropriarci del nostro passato per ridare un senso ad un presente che di lì a poco si sarebbe concretizzato nuovamente.
  • SB:E’ in cantiere anche una remaster edition di “Crust”?
  • SADIST: E’ in cantiere, ma a differenza delle altre due ristampe, che sono poi una semplice rimasterizzazione degli album, con “Crust” vorremmo proprio rimissare il master originale in modo degno…stiamo lavorando alla questione burocratica della cosa, e speriamo per il 2008 di farcela.
  • SB:E veniamo ai giorni nostri. Vi siete riuniti, avete suonato dal vivo e avete rilasciato un nuovo album. Com’è andata tutta questa storia e qual è oggi la formazione ufficiale del gruppo?
  • SADIST: La formazione ufficiale è rimasta la stessa di 10 anni fa! Sicuramente, tra alti e bassi, è la formazione più longeva. Sicuramente, dal punto di vista tecnico, anche per l’esperienza maturata, è la migliore formazione possibile.
  • SB:Concentriamoci sul nuovo album. Per il momento ho avuto modo di ascoltare solo il singolo. Ho notato subito una cura maniacale per i suoni, brillanti e potentissimi, mentre stilisticamente mi sembrate a metà strada tra “Tribe” e “Crust”. E’ una chiave di lettura giusta?
  • SADIST: Beh, noi lo abbiamo suonato, ora sta a chi lo ascolta vedere cosa ci sente dentro…di “Tribe” c’è la scelta stilistica di lavorare con suoni “diversi”, anche se questa volta, potendo fare le cose con calma, e soprattutto con un po’ di maturità stilistica in più, invece che accontentarci dei campionatori, abbiamo lavorato sulla sorgente del suono: sugli strumenti, il disco è infatti infarcito di percussioni, dalla darbouka, al cajon, oltre a cordofoni come sitar, bouzouki greco, mandolino, ma anche i classici pianoforti, viole e violini. Nonostante ciò, quanto ad incazzatura, non sfigura accanto a “Crust”, ma ha finalmente una produzione degna.
  • SB:Tommy, personalmente sono rimasto sempre molto affascinato dal tuo modo di suonare contemporaneamente chitarra e tastiere. Come ci riesci?
  • SADIST: Dal davanti non si vede, ma nel sedere ho anche uno scopettino, così mentre suono spazzo per terra! Beh, tutto nasce dal fatto che, da buoni genovesi, se possiamo risparmiare su qualche cosa, lo facciamo…a me sembra la cosa più naturale del mondo: perché dovrei pagare un tastierista, cavolo, ho due mani…aggiungi poi che oltre a ciò, ho anche registrato, missato e masterizzato il nuovo album…sarei un bel caso clinico per Freud
  • SB:Avete in programma un tour italiano e europeo?
  • SADIST: Per il momento ci concentriamo sui festival: a giugno suoneremo all’Olimpico con Iron Maiden, Motorhead, Machine Head, poi al Gods con Ozzy, Korn, Megadeth, poi al Metal Camp in Slovenia, al So Rock con i grandi Strana Officina, e poi in Germania all’Up From The Ground. Il tour nei club partirà in autunno, ma ancora è presto per parlarne.
  • SB:Non è che adesso ci lasciate per altri 7 anni vero?
  • SADIST: E chi lo sa, magari domattina ci svegliamo e da atei peccatori diventiamo di colpo degli integralisti religiosi, ci iscriviamo ad una setta, ed andiamo in giro a convertire i metallari!
  • SB: Bene è tutto, spero di incontrarvi dal vivo. Se vuoi precisare qualcosa che non fosse emerso nelle altre domande ti lascio la parola! A presto!
  • SADIST: Un augurio, che il 2007 sia un anno di brutalità per tutti noi, in senso musicale, sia chiaro!…