Ghost Records

A fine anno è sempre tempo di tirare le somme, di controllare i bilanci, di fare un po’ il riassunto di quello che è successo in dodici mesi. E allora ci si accorge a volte che ci sono delle sorprese. La mia sorpresa è stata la Ghost Records, etichetta varesina indipendente. Non una sorpresa tout court, anche perché la creatura di cui si sta parlando ha festeggiato il quinto anno d’età. Ma lo stupore era relativo al fatto che in quello che è panorama musicale italiano, teso tra i due estremi di monolitismo dei grandi nomi e formicolare senza sosta nel sottosuolo, non pochi dei dischi che più mi hanno convinto vengono prodotti dalla stessa casa. Come fare un analisi migliore di questo 2007 coi fiocchi se non parlarne con Francesco Brezzi (deus ex machina, label manager e amministratore) e Giuseppe Marmina (gran capo della promozione)?

R: Un po’ di storia della Ghost Records: come nasce l’etichetta?
G: Ghost Records è nata nel 2002 da un’idea di Francesco Brezzi e l’impulso è stato dato dai molteplici gruppi di ottimo livello che gravitavano intorno allo studio di registrazione “La Sauna” di Varano Borghi (VA). La prima uscita dell’etichetta è infatti la compilation “Ghost Town, 13 Songs From The Lakes’ County”, che raccoglie il meglio della scena locale. In cinque anni di vita Ghost Records è cresciuta esponenzialmente, abbiamo dapprima contribuito all’affermazione di una scena locale in fermento pubblicando i dischi di Bartok, Encode e Mr. Henry, merci Miss Monroe, successivamente abbiamo consolidato la nostra posizione e accresciuto la nostra visibilità con la pubblicazione degli album di Ronin e One Dimensional Man ed infine, con la politica dei piccoli passi, siamo arrivati ad avere una distribuzione internazionale capillare, a stringere importanti rapporti di collaborazione con affermate agenzie di booking e promozione, a stipulare un contratto editoriale con Warner Chappell e a lanciare gruppi esordienti sulla lunga distanza dal notevole potenziale come Hot Gossip e Canadians.

R: Il catalogo dell’etichetta diventa ogni anno qualitativamente più forte: come avviene la scelta dei gruppi?
G: Non c’è una procedura standard che seguiamo per scegliere i gruppi, la proposta musicale dell’artista deve ovviamente piacerci e preferiamo sempre conoscere personalmente gli artisti e vederli all’opera dal vivo prima di prendere ogni tipo di decisione. I nostri gusti musicali sono eclettici e ciò si ripercuote sulla scelta delle bands da produrre. Il catalogo di Ghost Records rispecchia la nostra apertura, si va infatti dal country-folk dei Franklin Delano al garage rock di Hot Gossip, dal pop dei Canadians all’indietronica di Iver & The Driver ed Edwood, dal cantautorato di Black Eyed Dog al post rock/jazz dei Melloncek.

R: Come vedete il panorama indipendente italiano attuale?
G: Quest’anno sono stati pubblicati da etichette indipendenti italiane album di un livello qualitativo elevatissimo, penso ad esempio a “Cerridwen” di Lara Martelli, a “Technicolor dreams” degli A Toys Orchestra, a “Things to do today” dei Disco Drive e a “Oh dear!” dei Settlefish. Dovremmo essere tutti fieri di avere così tanti gruppi italiani che non sfigurano di certo nei confronti dei più blasonati gruppi stranieri, ma pecchiamo sempre di esterofilia e non ci accorgiamo dei gioielli che abbiamo in casa.

R: Il 2007 è stato un anno fantastico: Canadians, Ronin, merci Miss Monroe, Edwood, Black Eyed Dog, tutti autori di dischi interessanti. Vi aspettavate questo successo, questi riscontri positivi? Perché non spendere due brevi parole per ognuno dei vostri “gioielli”?
G: Grazie! Eravamo consapevoli delle potenzialità dei nostri artisti, ma il riscontro positivo di critica è pubblico è stato per certi versi sorprendente e ci ha reso davvero orgogliosi.
I Canadians hanno una passione ed un entusiasmo per la musica davvero contagiosi, sono un gruppo di ragazzi alla mano e disponibili ed è un vero piacere lavorare con loro. Hanno realizzato un album che non smetteremo mai di ascoltare, perché ci stupisce ancora ad ogni ascolto (n.d.r.: pochi giorni fa Spin li incorona “Artist of the day” e nel 2008 parteciperanno al prestigiosissimo South By Southwest! ).
Se i Ronin non fossero già nel nostro rooster faremmo carte false pur di averli, questo a testimoniare quanto amiamo la band di Bruno Dorella. Un gruppo unico ed ineguagliabile.
I merci Miss Monroe incarnano il vero spirito rock’n’roll ed è impossibile non divertirsi ad un loro concerto. Li abbiamo visti crescere artisticamente sin dai loro primissimi passi e nei loro confronti nutriamo un affetto sincero.
Avendo sempre amato la cosiddetta indietronica ci riteniamo onorati di avere pubblicato con Midfinger il secondo album degli Edwood, fra i migliori esponenti del genere.
Fabio Parrinello/Black Eyed Dog è un artista dotato di un talento sopraffino, ha un’innata capacità di scrivere canzoni che fanno vivere intense emozioni all’ascoltatore.

R: Domanda giocosa: che gruppi vorreste nella vostra etichetta? Provate a dirmi due nomi italiani e due stranieri che vi piacerebbe avere in casa Ghost Records.
G: Come artisti italiani i Three Second Kiss e The Mojomatics. Artisti stranieri invece Theoretical Girl e Jacob Golden.

R: A fine anno fioccano sempre le classifiche: dovendo fare una top 5 del 2007 (anche pescando fuori dal vostro rooster, e all’estero) chi ci mettereste dentro?
G: Francesco:
– Jacob Golden – Revenge songs
– Screaming Tea Party – Death egg Ep
– Battles – Mirrored
– A Toys Orchestra – Technicolor Dreams
– Chris Garneau – Music for Tourists

Giuseppe:
– Jacob Golden – Revenge Songs
– Chris Garneau – Music For Tourists
– Art Of Fighting – Runaways
– Nire – Vespers
– Ravens & Chimes – Reichenbach Falls

R: Che c’è nel futuro della Ghost Records? O almeno, che avete chiesto nella letterina a Babbo Natale?
G: A Babbo Natale abbiamo chiesto di farci continuare a pubblicare dischi con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che hanno contraddistinto i primi cinque anni di vita della nostra etichetta.

info:
www.ghostrecords.it
myspace.com/ghostrecords