The Rumble Strips: Rumbling Music

  • Rocklab: Salve Rumbe Strips e benvenuti su Rocklab. Cominciamo con le presentazioni!
  • The Rumble Strips: Siamo il classico gruppo di amici che si conoscono sin dai tempi della scuola. Abbiamo sempre suonato in bands differenti finchè non ci siamo uniti nei Rumbe Strips circa 4 anni fa, a Londra, quando Charlie e Tom si sono ritrovati assieme e hanno deciso di buttare giù un po’ di canzoni.
  • R: Ho visto sul vostro web che avete una lunga lista di 7”. È stato difficile trovare un’etichetta per passare all’album?
  • RS: Il primo 7” uscì con un’etichetta chiamata Transgressive. Era un’edizione così limitata che non ci abbiamo guadagnato un soldo., ma è stata una bella occasione per farsi conoscere. Abbiamo firmato per la Island l’anno scorso, dopo una gavetta di anni spesa a suonare in giro e a scrivere canzoni. Quanto basta per avere il giusto materiale e la necessaria esperienza per entrare in studio determinati ed incidere un album.
  • R: Cosa ci potete dire di queste session di registrazione? Dove siete stati?
  • RS: La nostra casa discografica ci ha consigliato di lavorare con il produttore americano Tony Hoffer. È stato un piccolo rischio perché non lo sapevamo neanche chi fosse, non abbiamo mai avuto modo di conoscerlo. Ma la scelta è caduta su di lui così, dopo una serie di lunghe telefonate, siamo volati nei suoi studi a L.A. dove siamo rimasti per circa 7 settimane. È stata un’esperienza intensa, abbiamo dovuto lavorare sodo per avere il disco pronto nei tempi prestabiliti, ma alla fine ci siamo trovati subito bene con Tony che ha capito tutte le esigenze della band.
  • R: La stampa inglese vi definisce come degli “outsider” nel panorama musicale. Forse non avete vestiti abbastanza anni 80 per la moda di adesso! Cosa pensate della stampa inglese, e cosa scrive lei su di voi?
  • RS: La stampa inglese è da sempre molto varia e instabile. Sono sempre sorpreso da che tipo di pubblicazioni parla di noi. Personalmente non ci sentiamo di appartenere a nessuna scena in particolare, spesso ci troviamo incastrati in qualche genere ma è solo perché non sanno come collocarci.
  • R: Oggi vanno per la maggiore i suoni synth, mentre voi usate le trombe, i tempi dance, mentre voi state sul 2/4, le chitarre noise, mentre voi usate le acustiche… Il vostro sound mi piace parecchio, ha un non so che di Okkervill River ma in una maniera più rock. Come vedete il vostro suono e, soprattutto, come vedete la musica di adesso, con questo nuovo ritorno new-rave o “come si chiama adesso”?
  • RS: Il nostro sound nasce direttamente dalle nostre necessità, abbiamo certi “giri” adatti a certi strumenti, ed è così che nasce l’alchimia. Non è qualcosa di studiato o copiato. Come hai specificato molti nostri strumenti sono acustici quindi li dobbiamo suonare in maniera molto spinta, spesso Charlie non canta davanti al microfono, ed è costretto a sgolarsi per farsi sentire. Cerchiamo di tirare fuori il meglio da questi strumenti un po’ vissuti e consumati per dare un senso di “epico” alle nostre canzoni senza ricorrere a tastiere o chitarre elettriche. Suona un po’ strano a dirsi (epic-folk!) ma alla fine è il nostro sound. La scena musicale di adesso sembra essere in costante fermento e noi ne approfittiamo sfruttando i lati positivi della cosa: abbiamo avuto l’occasione di andare in tour con un sacco di bands negli ultimi anni, riscontrando una passione costante per la musica suonata dal vivo in tutta l’Inghilterra. La gente sembra molto aperta a nuovi suoni, nuove bands, ed è questo il bello perché anche se non appartieni ad una scena precisa puoi comunque farti apprezzare.
  • R: Confesso che ho letto su non ricordo più che rivista che una delle vostre fonti d’ispirazione è Adam Ant… è vero?
  • RS: Adam Ant è l’eroe personale di Charlie. Ognuno ha le sue preferenze. Una band su cui ci troviamo tutti d’accordo sono i Gorky Zygotic Mynci (Immensi! nota mia personale). Sono una vecchia band a cui non ci consideriamo simili, ma sono sempre e comunque un’ottima fonte d’ispirazione.
  • R: Sul vostro sito web ho visto che siete stati assegnati come headliner per il party di Natale al Camden Barfly, lo scorso 14 dicembre. Nel momento in cui sto scrivendo è l’ultimo concerto di questo 2007. Com’è stato quest’anno?
  • RS: Abbiamo avuto l’occasione di inserire al volo qualche altro gig prima di Natale. Abbiamo anche fatto un’ulteriore concerto tra Natale e Capodanno, ma è stata una cosa privata, riservata a chi ci ha seguito e aiutato in questo percorso, vecchi fan e amici. È stato un anno speso sui palchi, abbiamo suonato un po’ dappertutto, dal SXSW in Texas fino a 25 festival diversi durante l’estate. È stato bello per un po’ avere qualche settimana libera, ma alla fine non vedevamo l’ora di apparire in Europa, specialmente in Italia!
  • R: L’evento più eccitante che vi è accaduto sin ora?
  • RS: Ogni cosa che ci accade la prendiamo con eccitazione. Lo stesso fatto di poter suonare musica dal vivo in luoghi diversi è una grande emozione.
  • R: Alle vostre tour dates si stanno aggiungendo ogni giorno date e, se tutto resta confermato, per fine mese sarete in Italia. Vi confesso che il vostro nome, dalle nostre parti, è ancora molto fresco… Cosa vi aspettate dal pubblico? Come sarà il vostro show?
  • RS: Abbiamo già fatto qualche data in giro per l’Europa, e abbiamo avuto una buona risposta. Ho sentito parlare molto bene del pubblico italiano e spero che sia tutto vero! Abbiamo avuto un paio di settimane per riposarci, quindi penso che i nostri show saranno davvero energici e selvaggi!
  • R: Avete in programma un nuovo video o singolo per promuovere il tour?
  • RS: L’album in Italia ancora non è uscito, quindi saremo noi la nostra stessa promozione
  • R: Ultima domanda: what’s going on?
  • RS: Al momento stiamo scrivendo qualche nuovo pezzo, siamo molto “carichi”. Stiamo anche facendo qualche nome su chi potrebbe aiutarci in queste nuove composizioni, ma niente è confermato per ora.