Intervista a Seedy Seeds: Cambio di stato

  • Rocklab: Salve Seedy Seeds e benvenuti su Rocklab. Prima di iniziare a parlare di voi e del vostro debutto c’è una domanda che mi preme: il vostro disco vedrà mai la luce in europa?
  • Mike: Sarebbe bello avere una label europea! Stiamo spendendo gli ultimi mesi promuovendoci presso differenti etichette e case di distribuzione… Forse si muoverà qualcosa col nostro nuovo disco, in uscita dopo l’estate. Nel frattempo il disco è reperibile presso i siti di download come aimestreet, oppure puoi contattarci sul nostro myspace o sul web. Abbiamo già spedito un po’ dappertutto, dall’europa al giappone!
  • R: Vi confesso che, non riuscendo a trovare il disco da nessuna parte, l’ho scaricato da Emule… Come vi ponete nei confronti del file sharing? Siete contenti che il vostro disco gira o tristi per i mancati guadagni?
  • Margaret: Un po’ tutti e due. Da un lato è come dici tu: Emule ci permette di arrivare ad un pubblico molto più vasto in pochissimo tempo, ed è anche possible che parte del nuovo pubblico ci supporterà in futuro, magari ai concerti o comprando magliette. Inoltre penso che la maggior parte dei ragazzi che usa questi programmi è per riempire il proprio hard disk non per fare copie pirata. Forse è meglio così, preferiamo essere “scambiati” piuttosto che totali sconosciuti
    Ma d’altro canto siamo dei musicisti totalmente “indipendenti” nel senso di non retribuiti, e ogni provento ci aiuta ad andare avanti e a raggiungere i nostri obiettivi musicali… Abbiamo noi stessi creato l’etichetta che distribuisce il disco! Tutto quello che guadagnamo dal disco, dai live, e dal merchandising arriva direttamente a noi quindi, in un certo senso, il nostro futuro è strettamente legato al nostro guadagno.
  • R: Parliamo di voi: Ladies and gentlemen…. The Seedy Seeds
  • Margaret: Mike e io ci siamo conosciuti a un party di un amico, abbiamo cominciato a parlare dei nostri interessi: musica e scrittura.. In più abbiamo scoperto una cosa in commune: tutti e 2 avevamo a casa degli strumenti che non avevamo mai imparato. Così abbiamo deciso di formare un gruppo, per avere anche la spinta ed il pretesto per imparare a suonare questi strumenti e renderli fondamentali nel sound della band. Alle prime prove non avevamo la minima idea del “sound” che sarebbe uscito. Mike ha un background di pop-punk e rock’n’roll mentre io sono cresciuta ascoltando parecchio folk, elettronica e musica indie. Decidemmo di provare senza precisi traguardi e da una jam nacque Earned Average Dance America.
  • R: Perchè Change States?
  • Margaret: Ogni canzone del nostro disco è, in un certo senso, legata al cambiamento. Scrivendo il nostro punto fermo era proprio questo: cambiare, sempre. E così abbiamo pensato che in un certo senso questo mood dovesse far parte del titolo del lavoro

    Mike: è venuto fuori così, naturalmente, e sapevamo che era quello giusto. Durante le composizioni abbiamo passato vari “cambiamenti”, sia individuali che come band. Mentre componevamo ci trovavamo a suonare in altre città, in altri posti, a vedere altri film, eravamo in perenne mutamento.

  • R: Il vostro “drem pop” è pieno di bellissimi suoni vintage. Mi ricorda molto il debuto degli Architecture in Helsinki. Come lo definireste voi? E cosa ne pensa la stampa Americana?
  • Margaret: è un mix difficile da descrivere. Ogni volta che ci proviamo nasce un nuovo lunghissimo aggettivo tipo indie-electro-folk-pop-dance… Un writer di Idolator l’ha nominata “Appalachitronica.”

    Mike: La nostra musica nasce dalla fusione delle nostre influenze. Io mi sento un anima vissuta, mentre Margaret è fresca, giovane, Ha un sacco di influenze dalla techno alla club music mentre io sono cresciuto suonando punk, anche se amo il jazz e la vecchia scuola del rock. Il sound che ne nasce è un electro beats, con suoni caldi degli strumenti folk. La stampa ci ha trattato bene, siamo stati scelti come canzone del giorno dalla National Public Radio, che ci ha descritti come “mixes electrically bopping pop and a good square dance.”

  • R: Cosa ci potete dire del periodo di registrazione? Siete stati in studio?
  • Margaret: Siamo sempre intenzionati a sperimentare con tutto, dale voci agli strumenti, quindi, quando siamo stati in studio, spesso provavamo nuovi microfoni, nuovi modi per registrare, e altri improvvisati metodi per riuscire a vedere come i cambi di suono e timbro influissero sullo strmento stesso e sulla canzone. Allo stesso tempo abbiamo sempre cercato di mantenere il giusto equilibrio tra strumenti “elettronici” e “analogici”. Inoltre mike è ingegnere del suono, e questo è stato di grande aiuto per tutto il processo di registrazione!

    Mike: Abbiamo sempre deciso di NON avere compromessi, se c’era da faticare un po’ di più per l’obiettivo o scegliere una strada di fortuna più facile ci impegnavamo sempre per la prima scelta. Nel lavoro mi è capitato di vedere bands che arrivano in studio, fanno il loro “compitino” di suonare e poi si aspettano che tu tiri fuori da loro il rock. Molti dei nostri suoni sono già in partenza nati dall’elettronica, ma abbiamo anche molti suoni acustici su cui abbiamo lavorato. Mi ricordo che ho passato notti su una singola canzone, o addirittura lavorandone 2 alla volta. Tempo ad aggiustare files, note, equalizzazione e tutto il resto e alla fine, risentendola, ti accorgi che non è cambiato quasi nulla! Ma alla fine ti accorgi che tutto il cuore e il sudore che ci hai speso si sente, e sono fiero come alla fine è sucito.

  • R: Vi ha aiutato nessuno? Produttori, amici, altro?
  • Maragret: Tutto fatto da soli, siamo una band davvero indipendente

    Mike: Sin dall’inizio siamo stati così uniti e legati al progetto che non riesco a ricordare un solo giorno a cui non pensassi alle nostre registrazioni.

  • R: C’è stato un confronto con qualche etichetta?
  • Mike: Abbiamo avuto pochi contatti in giro, quindi abbiamo deciso di farci uscire l’album da soli. E così è nata la nostra etichetta!
  • R: Parlatemi dei concerti… su youtube si trova qualcosa… Pensate di venire anche in europa?
  • Mike: Ci piacerebbe davvero venire in Europa, e l’Italia sarebbe un bel posto da cui partire per un tour ;-)
  • R: Cosa state facendo al momento per promuovere il vostro lavoro?
  • Margaret: Giriamo molto, abbiamo un paio di festival alle porte, un video e la nostra musica su diverse radio in internet, speriamo molto nel passaparola.
  • R: Cos’è la cosa migliore che vi è successa da quando è uscito il disco?
  • Margaret: è stata un’escalation di cose migliori: abbiamo vinto 2 awards dal CityBeat, siamo stati Canzone del giorno su NPR, siamo stati 30simi sui 100 migliori album su WOXY, i nostri fans sono via via cresciuti… Ma la cosa migliore è che non ci siamo fermati e, dall’uscita del disco, continuiamo a fare musica per noi.

    Mike: Molta gente ci dice che non sa spiegarsi come mai, ma pur non essendo il tipo di musica che ascoltano solitamente, il nostro disco è sempre nel loro lettore…. Sembra che chiunque ascolti il disco ci trovi dentro qualcosa di se, qualcosa che lo conquista e lo lega a Change States. E questo è ciò che mi rende più felice: riuscire a entrare nei gusti di tutti con la nostra musica