Lorenzo Vignolo

Talk Talk – Laughing Stock  (1991)
Ascoltato intensamente solo dal 1996, a ridosso del mio primo corto in pellicola. Mi aiutò a trovare “l’odore” e “il nocciolo” di ciò che stavo raccontando; ancora oggi sono ancora alla ricerca di queste cose, è da lì che scaturiscono le inquadrature e ogni risposta che non so ancora. E quest’album mi sembra nuovissimo.
Scisma – Armstrong  (1999)
Album che ho consumato, per me l’esplosione di ogni senso. Vedere i ragazzi sul palco, poi, mi ha sempre fatto venire voglia di fare e di rendere ogni mio set un’esperienza intensa, memorabile ed unica per chiunque si avvicinasse.
Coldplay – A Rush Of Blood To The Head   (2002)
Uno dei pochi esempi di band “presa bene”, sono riuscito ad amarli anche dopo la popolarità. Ci vuole grande energia per trasformare i travagli in polarità positiva. Nel mio piccolo, ho sempre preferito raccontare le ombre… con questa luce.
Yuppie Flu – Days Before The Day   (2003)
Mi sono piaciuti molti album degli Yuppie Flu, questo è il mio preferito. E’ per l’armonia delle parti. Mi fa venire in mente quanto sia bello riconoscere e scegliere le persone giuste con cui collaborare.
Girls in Hawaii – From Here to There   (2005)
Trovo che le loro melodie e i loro orizzonti “da packaging” si adattino molto a come vivo la mia città, Lavagna. So che è una mia personalissima visione, ma ora che sto a Roma, rivivo gli spazi e i miei luoghi natii, passando da questi suoni dal Belgio. Questo primo album suona meglio del loro successivo; un giorno si incastonò nell’autoradio di un mio amico e lì rimase per un anno intero.
Lele Battista – Le ombre  (2006)
Ascoltato intensamente mesi prima di girare il videoclip de “Le ombre”, fu per me un viaggio emozionante e il lavoro non poteva non tener conto degli altri pezzi. Desidero da sempre realizzare delle immagini per “Trieste”, magari in super8, per ora è solo nella mia testolina.
Midlake – The Trials Von Occupanther   (2006)
Li ho scoperti con “Roscoe”, poi sono andato a ritroso con il loro debutto “Banman an Silvercock”; mi hanno coinvolto con le loro melodie e la loro ricchezza di suoni a tastiera. Faccio fatica a schiacciare “play” sul nuovo lavoro del 2010, “The Courage of Other”.
Marti – Unmade Beds  (2007)
Della serie: quando il tuo migliore amico sforna un gioiello. Collaboro con Andrea Bruschi da 15 anni, dopo tanti set un giorno si inventò i Marti. Mi vien in mente la frase di Aristotele: “esercitare liberamente il proprio ingegno, questa è la vera felicità”. Questo è un augurio a tutti quelli come noi, fratello.
Radiohead – In rainbows   (2007)
Del mio gruppo preferito (ma non ho messo neanche un disco degli Air?) ho scelto quest’ultimo album; mi sembra che ricerca e vissuto si fondano perfettamente e non ti chiedi più: “ma sono cambiati?”. Le loro immagini mi accompagnano da sempre e a questo giro è stato il video di “House of Cards” a completare i suoni e a lasciarmi ancora senza parole.
Fever Ray – Fever Ray  (2009)
La mia ultima febbre vera è arrivata con quest’album. Disco che ascolto solo a casa e che non ho mai messo sull’autoradio, ne su l’iPod.