Baustelle, “Sussidiario” Remastered: il massimo risultato col minimo sforzo

Qualche tempo fa, intervistando Amerigo Verardi, vengo a conoscenza delle peripezie dei Baustelle, che nel lontano 1999 giravano tutta l’Italia con il loro primo dischetto alla mano, venendo rimbalzati praticamente da tutte le case discografiche della penisola. E poi l’incontro con Roberto Trinci e lo stesso Amerigo Verardi, il primo che intuisce qualcosa, il secondo che li prende sotto braccio e, in qualità di produttore artistico, ne valorizza i pregi, e ne lima i difetti. Il resto è storia, prima carbonara, fatta di passaparola, e poi dopo di televisione, di video, di Malavita e di grande pubblico.

A distanza di dieci anni da quegli avvenimenti i Baustelle ripubblicano l’album d’esordio, proprio quel “Sussidiario Illustrato della Giovinezza” che li rese eroi della scena indie nostrana, in due diverse tirature: una semplice edizione rimasterizzata del disco (evviva), e un’edizione deluxe contenente un 45 giri con due re-incisioni (“Canzone del parco” e “Gomma”) e tanti altri bei gadget e cotillons, tra i quali compare anche lo zampino dell’inossidabile Baronciani.

Il tutto verrà completato da un mini-tour celebrativo nel mese di Dicembre (1 dicembre – Roma @Palatlantico, 
3 dicembre – Napoli @Casa della musica, 
4 dicembre – Bari @New Demodè, 
17 dicembre – Trezzo d’Adda @Live Club), nel quale la band si dedicherà e riproporre dal vivo i brani del disco.

La mossa è astuta: i fan dell’ultimora si troveranno praticamente un disco inedito dei loro beniamini tra le mani (il massimo del risultato col minimo sforzo), mentre i vecchi fan, i carbonari del passaparola, si riuniranno per celebrare quel disco per intenditori che loro stessi contribuirono a diffondere, e forse si riconcilieranno con i loro vecchi amici di Montepulciano, ormai inevitabilmente passati dalla parte delle forze del male.

Come che sia, cosa buona e giusta è il remaster, perché si sa, alcuni spiriti buoni sono disposti a passare sopra alle produzioni povere in nome delle idee e dell’arte, ma le orecchie meno abituate faticano pure a sentircele le idee, se non gliele spari a cannone nelle orecchie. E allora, così sia.