Disco Sucks! #4

DISCO SUCKS!
[leggi il manifesto della prima puntata]
suggerimenti per la fruizione del tunz tunz meno becero in circolazione

C’è un sussurro sibillino che mi ronza nell’orecchio da qualche settimana.

Il rito della festa che si consuma svogliatamente. Tutto ciò è desolante.

Quando diventa un secondo lavoro è meglio restare a casa e sfogliare passi della Bibbia. Oggi che la scena locale è solo fumo negli occhi, noi clubbers rappresentiamo la salvezza. La strada verso la purificazione anche questo mese  procede immersa nella speranza dell’avvento divino. Meritiamo di meglio dei tanti luoghi deserti, dove si muove solo gente che si agita distratta ballando fuori tempo. Il fuoco brucia ancora nelle vene e I grandi culi stanno per muoversi.

Non importa se ci sarà un cavallone quello che vogliamo è solo il tuo cuore.

Noi siamo il popolo dell’amore e ci spingeremo oltre ogni limite per raccogliere il tuo frutto proibito.Che Jesus sia in da house. Pace, fratelli.

Daphni – Ye Ye (Text)

Nuova reicarnazione di Caribou in versione Lsd Soundsystem. Superate le dosi consigliate. Sale, sale e non fa male!

BNJMN – Blocks (Rush Hour)

Un brivido improvviso di piacere. Farsi una doccia emozionale nel pulviscolo creato dalle cascate Vittoria. Un Robocop romantico che mette fiori nei cannoni.

Rootstrax – Rootstrax (Deeply Rooted House)

Identità segreta di un parigino figlio di Chicago. Una bassline di Larry Heard memoria conduce una processione di elefanti in trip, proboscidi che suonano Ayers.  Back to the Roots.

Solomun – Daddy’s Jam (D’julz remix) (Rebellion)

Il Papi se la scoatta con le minorenni.

Jovanotti – Dabadabadance

Magicabula Bibidibobidibu supercalifragilistichispiralitoso. Lorenzo ritorna in da house con un vocal acido come un film Disney d’epoca. Respect!
E per chi era troppo piccolo allora o troppo grande adesso clicchi qui

Omar S – Here’s Trance Now you Dance- (FXHE)

Detroit is a Jungle e Omar S è un anaconda che ti stritola e ti soffoca. Non c’è via di scampo ma è un viaggio verso l’alto, verso un mondo luminoso.

Genius of time – Houston We have a problem (Royal Oak)

Bassline intrigante sopra un beat afro-disiaco. La Houston del titolo dovrebbe essere Whitney e il “problem” che la roba è finita.

Adam Port – Stalker (Liebe detail)

Un trenino malizioso malato suadente struggente come se ne vedevano solo a Villa Certosa.

Zepp001 – The Warm (Delusions of Grandeur)

Un’etichetta che non conosce il significato del termine Delusione. Track che riscalda come un cucchiaio di miele.

James Blake – The Wilhelm Scream (Atlas)

Campione di minimalismo che si cimenta in una sorta di jam tra Burial e Anthony & The Johnsons. Lo sforzo di portarsi avanti. Le istanze del futuro. Da ascoltare con sistemi audio avanzati.