Einstürzende Neubauten @ Auditorium – Roma – 01/06/2011

Rocklabview


Tornano a Roma gli Einsturzende Neubauten lontani, cronologicamente e non solo, dai loro debutti rumoristici ora al servizio della canzone.
Il pubblico dell’Auditorium ci regala un plebiscito a favore della band tedesca!

Interviste: Emanuele Binelli
Riprese: Ida Stamile
Montaggio: Francesco Stefanini

Recensione Concerto

Attitudine e Visual: L’epopea sperimentale e avanguardista degli Einstürzende Neubauten, lunga trent’anni, ha fatto letteralmente irruzione all’Auditorium Parco Della Musica, in occasione dell’anteprima del Meet In Town (che si terrà  il 22 e 23 luglio), con tutta la sua furia industrial velata da un veemente eleganza compositiva.
Blixa Bargeld sale sul palco in abito scuro, raffinato e oscuramente signorile, seguito dal resto della band (Alexander Hacke, N.U. Unruh, Rudolf Moser, Ash Wednesday, Jochen Arbeit). La sua voce è androgina; la sua vocalità modula toni acutissimi e grevi, in grado di divenire strumenti e di veicolare suoni puri senza parole e un cantato come vibrazione acustica del suono stesso. Blixa si lascia accompagnare da chitarre “canoniche”, tastiere e atipici marchingegni scenografici, da sempre marchio di fabbrica del gruppo e tappeto sonoro dominante di tutto il live, mentre canta e muove le sue mani con mimica e ritmica gestualità. Alla  presenza scenica di Blixa Bargeld  fa da contraltare la verve rude e hard rock del bassista Alexander Hacke, in canotta bianca e a piedi nudi. Sul palco si assiste poi a un tripudio meccanico di suoni, tra trapani, percussioni di tubi, lastre e oggetti metallici, elastici, ruote dentate, taniche, mastelli, lamiere, e alla presenza costante di tecnici pronti a smontare e spostare ogni singolo “arnese” per renderlo maggiormente fruibile e udibile. Interessante e intenso anche il live di apertura di Teho Teardo (David di Donatello per la colonna sonora de Il Divo e collaboratore di  Blixa Bargeld) alla chitarra elettrica e al laptop, accompagnato dalla violoncellista  Martina Bertoni.

Audio: L’audio dell’Auditorium è come sempre perfetto, in grado di restituire tutte le estensioni del suono e la pienezza di tutta la strumentazione, se non per delle leggere sporcature legate alla voce di Blixa Bargeld, in alcuni momenti poco comprensibile perché sovrastata dal muro acustico prodotto dalla strumentazione. La perfezione sonora viene maggiormente amplificata ed acuita dall’ineccepibile sincronismo degli Einstürzende Neubauten alle prese con qualunque tipo di strumento.

Setlist: Quasi tutti i brani vengono inframezzati da aneddoti di Blixa Bargeld legati alla composizione e stesura degli stessi, in un alternarsi di pezzi avvolti dal rumore e da altri dalle tonalità più rarefatte, esplorando passato e presente. L’apertura è affidata all’ammaliante The Garden. Si susseguono poi brani come Die Befindlichkeit Des Landes, Nagorny Karabah, “un pezzo dedicato a una città dell’Armenia”, e ancora Installation # 1, Let’s do it a DaDa, Sabrina, Susej, Redukt, Headcliner, Total Eclipse of the Sun… La performance si conclude con un tripudio di bis, durante i quali la maggior parte del pubblico in platea è accalcato sotto il palco.

Momento migliore: l’industrial corrosivo di Let’s Do It a DaDa; il vinile suonato con trapano e bicchiere da Blixa Bargeld , in un “elogio” a Russolo e Marinetti.

Pubblico: Eterogeneo, ma mediamente nero come la pece, dai connotati goth e dark e con qualche tatuaggio in vista.

Locura: “Coglione siediti!”: le parole di chi, comodamente seduto in platea, inveisce nei confronti di coloro che, durante i bis, si sono alzati in piedi.

Conclusione: Un concerto votato sostanzialmente alla raffinatezza melodica e stilistica, ma che non dimentica dilatazioni sonore e deflagrazioni acustiche. Rispetto alla virulenza sovversiva degli esordi, c’è una maggiore maturità e compostezza scenica, tuttavia ancora in grado di affascinare con un suono “industriale” liberatorio e distorto, immersi tra rumore e silenzio.

Le foto sono si riferiscono al concerto e sono di Robert Carrithers