Thurston Moore – Demolished Thoughts

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24 Maggio 2011 Matador Records Thurston

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A Cesare quel che è di Cesare, innanzitutto. Perché non si sia tentati di attribuire tutti i meriti al Beck Hansen che siede in cabina di regia, anche se tra le tracce di Demolished Thoughts si respira un’aria acustica insolita per il fondatore dei Sonic Youth e effettivamente vicina a quella che fece grande Sea Change. A onor del vero, va ricordato  che sul se stesso in versione unplugged Moore aveva già iniziato a lavorare nel passato recente, nel 2007 di quel Trees outside the academy che, chissà come mai, non incontrò l’attenzione e il favore della critica, altrove prodiga di superlativi per tutto ciò che riguarda la Gioventù Sonica.

Con la notevole eccezione di Eddie Vedder, la stagione dice bene agli indierocker di mezz’età che “staccano la spina”, in libera uscita dal gruppo. Il precedente dell’amico e quasi coetaneo J Mascis è un’ottima pietra di paragone, con la differenza che il suo Several Shades of Why è semplicemente una raccolta di (belle) canzoni senza la solita muraglia di distorsori e amplificatori, mentre Demolished  Thoughts osa qualcosa di più. Non solo una manciata di pezzi spogli, ma un vero e proprio “paesaggio sonoro” fatto di percussioni leggere, pizzicar di corde e archi finalmente sgravati dall’obbligo di fare le veci delle chitarre soliste. Qualche brano si può ancora ricondurre con una certa sicurezza alla matrice “sonica”, ma nell’economia generale pesa anche il Thurston avanguardista, il ricercatore di suoni attivo sia in gruppo che in solitaria, con quel centinaio di incisioni a suo nome che rimangono nei cassetti.

Ragioni anagrafiche sconsiglierebbero l’azzardo, ma noi scommettiamo ugualmente: vuoi vedere che, di questo passo, lo stagionato Moore imparerà a maneggiare la chitarra acustica bene quanto quella elettrica?