When The Saints Go Machine – Konkylie

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Giugno 2011 K7 Records WhenSaintsGoMachine

Church and Law

Una palude in cui affondare dal primo secondo, densa di colori sulfurei: non è una gratuita sinestesia, provate ad ascoltare la prima traccia! Il pathos affidato completamente alla voce dal virtuoso quartetto danese, l’equilibrio delle tracce appoggiato su un ambient che si apre a forma-canzone prendendosi il tempo che vuole, e che deve tanto ad esperienze come Eurythmics, Ultravox, Peter Gabriel e al recente Antony Hegarty.

Una spiaggia glo-pop sulla quale hanno deciso di approdare questi ragazzi di Copenaghen, ma che purtroppo ha già le ore contate…

Oltre a stancare, stanno navigando in un mare in cui Baths ha già dato tanto, troppo. L’album però non può essere considerato un errore di valutazione: i pezzi che lo compongono sono brillanti, e il gruppo terribilmente trendy per decadere adesso. Il suono alla Medulla di Bjork rieditato con un taglio più trasversale è decisamente figlio dei tempi.

Elogiati qua e là da critici e blog, si vestono di noncuranza stile Late Of The Pier.

La paura che diventeranno, per colpa delle chiacchiere mediatiche, dei surrogati di Florence Welch o The XX passa subito: oltre il confine stretto dell’avanguardismo sottopopolare è difficile passare, soprattutto se lo stampo del grande pubblico è forgiato nel mainstream più becero.

Aspettiamo la prossima buona prova, o noioso fallimento.