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23 gennaio 2012 | Righteous Babe | anidifranco |
Anni quarantuno, professione Righteous babe, al momento giusto ecco Ani. Dopo tre anni di silenzio passati a masticare le sconfitte della società moderna, esausta scoperchia nuovamente il suo calderone colmo di protesta e sentimento, interrogandoci duramente con un secco: “ Which side are you on?” – Titolo dell’omonima canzone di Florence Rece, paladina dei minatori del Kentucky, ricordate la versione di Pete Seeger?.
È tosta la Difranco e questo lo si era capito da tempo, ma mai come in questo difficile passaggio epocale – Con buona pace dei Maya – ho personalemente sentito il bisogno di un disco pregno di contenuti sociali e riflessioni sentimenatli come questo.
L’ho ascoltata per giorni e posso confermare quanto “Unworry” sia un grandissimo pezzo folk annodato sullo stupore che provoca il sentimento puro, la sorpresa di scoprire giorno dopo giorno di essere dannatamente indifesi davanti ad uno sguardo. Poi arriva “Which side are you on” aprono le rhytm guitar e il tono provocatorio sale:
“So are we just consumers
or are we citizens
are we gonna make more garbage
or are we gonna make amends”
Per poi ritrovarsi a ripetere all’infinito il refrain, come fosse uno slogan punk. L’ardore politico non accenna a diminuire né in “J” – Dedicata alla Louisiana – né con “Amendments” dal tono femminista e neppure in “Promiscuity” open minded ballad sul tema della bisessualità. “Albacore” invece dilania per malinconica intensità acustica: “Quando sono vicino a te, sono ancora più io”, ed è la vera ciliegina su di un’ottima prova.
Sincera, toccante e determinata Ani Difranco ci regala oggi l’unica colonna sonora possibile per il 2012, un ascolto doveroso per tutti.