Shearwater – Animal Joy

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L’Eden, la magnifica potenza della natura e  la sua incommensurabile bellezza, narrati attraverso stilemi baroque-pop, cedono il posto a un suono più oscuro. Un viaggio in quei meandri animaleschi ai quali gli Shearwater non ci avevano ancora iniziati. Se, infatti, nella trilogia “Island Arc”, composta da Palo Santo (2006), Rook (2008) e The Golden Arcipelago (2010), narrazioni epico-fantastiche venivano raccontate tramite ballate rococò, artificiose, studiate in ogni minuscolo dettaglio, con armonizzazioni e strutture ambiziose, qui si cambia a favore di uno stile diretto e sincero. E quale modo migliore per rinnovarsi se non quello di cambiare etichetta discografica? Dopo anni passati con la Matador, gli Shearwater decidono, di fatti, di darsi un nuovo punto di partenza: l’approdo alla storica SubPop ( etichetta tra gli altri dei Low, Beach House, Washed Out e Fleet Foxes), che di sicuro li ha aiutati, nell’ottenere quel suono crudo e diretto che cercavano per questo nuovo Animal Joy.

Dal primo pezzo Animal Life, si comprende subito la loro nuova direzione: un arpeggio di chitarra banalissimo, che i neofiti riuscirebbero a creare nei 5 minuti di ristoro postprandiale, apre il pezzo dando il via alla voce traballante di Jonathan Meiburg (ex Okkervil River) che cede il posto per brevi secondi alle dissonanze armoniche della celesta; sporadiche apparizioni della batteria, come fucilate fendono l’atmosfera facendosi sempre più presenti fino alla perfetta incastonatura di tutti gli elementi sonori che danno voce a una veloce e pressante fuga animalesca. You As You Were è l’unica che riporta un po’ agli esordi, diciamo che è a metà strada tra la precedente trilogia e questo nuovo lavoro, tra un pianoforte ricco di eco e un miscuglio omogeneo di elementi elettronici e classici alla Hidden Lakes, cori malinconici e batterie ritmate.  Tutto il disco percorre la strada del  punk-folk-rock, pieno di rimandi, un miscuglio musicale:  si sentono gli Spoon e i Violent Femmes con il loro bassi onnipresenti e onnipervasivi, i The Sound per i suoni delle chitarre in bilico tra Fuzz e Overdrive in particolare in Immaculate, i The Smiths de The Queen is Dead, e più recentemente gli Chapel Club.

Questo degli Shearwater è un viaggio onirico, tra sussurri e ballate Folk-Rock, nelle strade laterali e selvagge dell’Eden…  anche se parlare di Eden in questa nuova avventura è riduttivo. E’ un viaggio nella natura umana esaminata nella sua parte più animale, più autentica, liberata da limature interiori.