Shearwater @ Circolo degli Artisti [Roma] – 10/04/2012

ATTITUDINE E VISUAL: Gli Shearwater non sono certo un gruppo che passa le ore in sala prove a pensare a come truccarsi, o a che vestito mettere nel prossimo live. Il palco è scarno, nessun abbellimento, nessun accessorio. Tutto incentrato sugli strumenti. Il gruppo appare totalmente “ricurvo” sulla prestazione tecnica, zero sorrisi e massima concentrazione. Solo tra un pezzo e l’altro Jonathan Meiburg si concede qualche battuta con il pubblico e con la band stessa. Nonostante quest’assenza totale di cura “estetica” non se ne sente per nulla la mancanza. Certo magari una scritta proiettata sul muro, o qualche piccolo gioco di luce sul palco avrebbe fatto piacere.

AUDIO: Su questo gli Shearwater hanno da insegnare a tantissime band, soprattutto le più giovani. Il Circolo degli Artisti non sempre si comporta al meglio, ma in questo caso sembra di essere all’Hammersmith di Londra. Suoni puliti, profondi, nitidi e giustamente alti. La cura che il gruppo mette sui suoni è maniacale, e l’arrangiamento molto pulito della maggior parte dei pezzi aiuta a cogliere ogni piccolo particolare, salvo poi esplodere spesso in bellissime code rumoristiche.

SETLIST: Molto premiato il nuovo disco Animal Joy (proposto quasi per intero), soprattutto nella parte iniziale del live con You as you were, Immaculate, fino al singolo Animal Life. Molti pezzi anche da Rook del 2008. Un po’ di stanca si percepisce nella seconda parte della setlist ma gli Shearwater sanno riprendere sempre in mano l’attenzione del pubblico alternando pezzi più lenti e intensi a pezzi più ritmati. In generale l’ora e mezza del concerto (compreso bis) scorre benissimo, l’esperienza, anche in questo, si fa sentire.

PUBBLICO: Mi aspettavo un pubblico sicuramente a maggioranza over 30, e devo dire che così è stato, ma con mio sommo stupore ho notato tantissimi over 40 e over 50. Per citarne un paio, un signore vicino a me con i figli invasatissimo ballava tutti i pezzi, un’altro che ha registrato praticamente tutto il concerto con il suo telefonino. Sicuramente la serietà e maturità del gruppo texano (sia nella scrittura che nell’approccio live) ha avvicinato molti appassionati di musica non più giovanissimi. Un pubblico abbastanza numeroso (alla fine il circolo si era quasi riempito, e per un concerto di martedì sera non è male) e fidelizzato. C’è anche da segnalare che questo è stato il primo concerto della band a Roma in assoluto, insomma l’attesa era tanta per i fan della band.

LOCURA: Come potete immaginare grossi momenti di “locura” non ce ne sono stati, la cosa più divertente è stato quando ho preso il cellulare, poco prima che la band entrasse sul palco, e vedere che sul loro facebook la band aveva appena scritto “nearly crashed the van into a Roman aqueduct while loading into Circolo degli Artisti. Roma!”.

MOMENTO MIGLIORE: Molti sono stati i pezzi con bellissime code strumentali veramente intense, arricchite da vortici percussivi e rumoristici, probabilmente la migliore, in questo senso, è stata “Insolence”.

CONCLUSIONI: Live come questi ti fanno capire che c’è ancora gente che fa della musica un “mestiere” nel senso più vero del termine. Abnegazione, ricerca, qualità e talento. Lontani da hipsterismi vari, una band come gli Shearwater probabilmente non sarà sulle copertine dei magazine, ma si è costruita una credibilità forte e un pubblico affezionatissimo, che la seguirà sempre, e al circolo ne hanno dato conferma anche al pubblico romano.

Foto di Simone Cecchetti