Killing Joke – Orion (Ciampino) – 22/04/2012

ATTITUDINE E VISUAL: Killing Joke, ovvero: il concerto che attendevo ma che non m’aspettavo. Parto con una doverosa premessa. Ho sempre provato ammirazione per tutti quegli artisti che hanno cavalcato l’albore degli anni Ottanta con suoni metal e post punk, colori e travestimenti e che hanno avuto al contempo il coraggio di essere attuali anche dopo trent’anni. Questa volta, però, non riesco a togliermi di dosso una sensazione strana: è come se tante cose, ad oggi, fossero dal gruppo stesso trascinate a forza. E quel che provo nel vedere Jaz Coleman è un misto fra il disagio, l’affetto e la solidarietà. Non c’è nulla di sbagliato: solo la triste presa di coscienza che a cinquant’anni col volto segnato dalle rughe comincia ad essere ridicolo il truccarsi occhi e labbra. Però fra me e Coleman credo di esser stata la sola ad aver fatto questo pensiero.

SETLIST: I Killing Joke, almeno su questo, non hanno disatteso le aspettative. In proporzione, poco spazio ai singoli dell’ultimo album – MMXII (2012) – mentre si è dato risalto a Love Like Blood, Rapture ed altri cavalli di battaglia del gruppo, che in quest’occasione si è presentato all’Orion con la formazione originale (tranne che per il bassista, Paul Raven, venuto a mancare nel 2007).

AUDIO: Come a volte succede, il concerto è cominciato in sordina per migliorare durante la performance, brano dopo brano. Per il resto, c’è sempre da tener presente che l’Orion per quanto si definisca un live club presenta la classica struttura di una discoteca, il che rende a volte difficile la giusta calibrazione dei suoni. A maggior ragione se lo spazio è ampio e con poca gente presente.

PUBBLICO: Pubblico presente in sala decisamente adulto. Il concerto è stato una sorta di appuntamento dovuto per rendere omaggio ad un gruppo che è stato l’ispirazione e il kick-starter di grandi nomi nati di lì a poco, quali Nine Inch Nails, Nirvana, Metallica e tanti altri. Scarsa in ogni caso l’affluenza, forse dovuta al fatto che il concerto si è tenuto di domenica ed è iniziato ad un orario pesante, poco dopo le 23. Un po’ difficile sostenere due ore di spettacolo con il lunedì lavorativo alle porte.

MOMENTO MIGLIORE: Nonostante le poche sbavature dettate a tratti dall’audio, la serata è fiacca. Sarà che come accennato in precedenza l’età dei presenti è elevata, che gli anni d’oro ormai son passati e che ad una certa le persone comprendono di non avere più vent’anni. Fatto sta che tutto è molto fermo, non c’è la percezione di un vero concerto live bensì viene trasmessa reciprocamente dal gruppo e dal pubblico una sorta di staticità innaturale. Non si può restare immobili dinanzi a suoni punk – metal. Sembra un insulto già solo il pensiero.

CONCLUSIONI: Se fossi rimasta a casa ad ascoltare un loro cd avrei per lo meno potuto mantenere un bel ricordo carico di ammirazione. Dopo questo live resto invece con l’amaro in bocca: fare musica e regalarla ad un pubblico è uno spettacolo magnifico di per sé; viene certamente sminuito quando manca di base la convinzione in ciò che si fa. E a me i Killing Joke di oggi sembrano tutto meno che sicuri di quel che stanno portando in tour.

Le foto sono di ilovedannyboy