Patti Smith @ Auditorium PdM – Roma – 20 Luglio 2012

Attitudine e Visual: La poesia metropolitana officiata dalla “sacerdotessa del rock” traccia un sentiero di note selvagge e infiammate, plasmando suoni, movimenti e parole. In occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro Banga, nell’affascinante cornice della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica, Patricia Lee (Patti) Smith celebra così le sue “visioni” senza tempo con un suggestivo piglio decadente e un carisma magnetico. Si presenta sul palco col suo intramontabile look da rocker enigmatica, in giacca, maglietta e jeans, accompagnata dalla tour band composta da suo figlio Jackson Smith, dalle chitarre del suo storico collaboratore Lenny Kaye e da Jay Dee Daugherty (batteria) e Tony Shanahan (basso e tastiere) e accolta calorosamente dal numeroso pubblico presente. Patti Smith invade il palco emanando tutta la sua aura anticonformista e fuori dagli schemi precostituiti. I suoi capelli selvatici vibrano nell’aria, i gesti sembrano svanire nel vento, la voce si fa pastosa, ammaliante e potente, i versi cantati e recitati inseguono ipotetici viaggi tra passato e presente, mentre la band accompagna sapientemente la sua onirica danza.

Audio: Il canto portentoso di Patti Smith viene percepito in tutto il suo splendore e senza essere in alcun modo sovrastato dagli strumenti, ma unito indissolubilmente agli stessi.

Setlist: Si comincia con uno sguardo rivolto al passato e con le inflessioni reggae della splendida Redondo Beach e le toccanti impressioni di Dancing Barefoot Si prosegue con alcuni brani del nuovo album,  This Is the Girl (dedicata ad Amy Winhehouse), April Fool, e Fuji-san, con  Free money, Distant Fingers, My Blakean Year, Maria (omaggio all’attrice Maria Schneider) le emozioni di Pissing In A River. È poi il momento dei grandi classici come Because the Night e la cover dei Them, Gloria. Non mancano gli istanti di commozione quando Patti Smith ricorda la strage di Denver e i ringraziamenti rivolti agli amici di Emergency. Il bis è affidato al brano Banga e alle note libertarie di People Have the Power.

Momento migliore: Redondo Beach e il pubblico letteralmente in delirio durante le esibizioni di Because The Night, Gloria e People Have the Power.

Pubblico: Un pubblico in visibilio, numeroso e di tutte le età. Patti Smith stessa interagisce amabilmente con i presenti, intende creare un’interazione forte e profonda e scende dal palco per ballare e condividere alcuni momenti con loro.

Locura: “Vai Patrizia”…grida un ragazzo dalle scalinate, mah…

Conclusioni: Vale sempre la pena di vedere dal vivo Patti Smith, esteta capace ogni volta di disegnare un ritratto poetico in musica di speranza e libertà. Un donna che sa sprigionare tutta la sua forza rivoluzionaria nella magia di un attimo androgino, costellato di “mendicanti” con la chitarra, poeti liberi e artisti bohémien. Un’istantanea dal sapore michelangiolesco e dai contorni vittoriani, una poesia di Rimbaud che rivive nella dimensione live.

Le foto non si riferiscono alla data recensita