Stealing Sheep – Into the Diamond Sun

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Liverpool-Woodstock, tappa fuori mano l’Islanda dai confini psichedelici dei Sigur Ros. Un sogno folk lungo un’ora, la fiaba metropolitana racchiusa in questo “Into the diamond sun”, esordio (dopo una fortunata gavetta e due interessanti EP) delle tre giovani “pecorelle smarrite” direttamente dal gregge della città che diete natali e fortuna agli scarafaggi divenuti baronetti.

Sessanta minuti per capire se ci troviamo davanti alle ennesime finte-hippie senza talento da localetto hipster, per incanalare il dream-folk delle fanciulle verso certe magie freak piuttosto che certe nenie monocorde senza l’ombra d’un sussulto creativo. Ebbene, il sottoscritto una mezza idea già se l’era fatta qualche mese fa, quando a Torino rimase folgorato dalla psichedelia dimessa e trasognata portata sul palco dalle allora sconosciute Stealing Sheep.
Ora, il full lenght pubblicato per Heavenly Recording, dissipa ogni dubbio, relegando ufficialmente le tre inglesine tra le più gradite sorprese discografiche dell’anno. Il pathos barocco di Florence & The Machine si dirada deliziosamente tanto nelle contagiose (ma mai stucchevoli) filastrocche di Shut Eye e Genevie quanto nella marcetta bucolica di White Lies, bloccando l’ascoltatore in una ragnatela che gode della spensieratezza del pop, l’immediatezza del folk , le pulsioni della psichedelia e i trip cosmici del kraut.
Affascina perché acerbo, in parte, il rendez-vous campestre delle Stealing Sheep con Syd Barret e Captain Beefheart, come delle bambine al cospetto dei miti d’infanzia. In mezzo ci trovi anche Bat for Lashes, PJ Harvey, il tocco noir di Soap&Skin, oltre agli imprescindibili riferimenti ai concittadini Fab Four (e Pink Floyd, omaggiati dall’artwork che cita “The Piper at Gates of Dawn”): tutto con personalità e purezza lo-fi,come delle Banshees dei boschi. E gli episodi più lisergici, con quel pianoforte claudicante che ritma il crescendo fino alle distorsioni finali, quelle percussioni che ammaliano e stordiscono, il controcanto che ipnotizza e delizia, non fanno che consolidare la formula magica delle nuova ninfe di Liverpool.