Eels – Wonderful Glorious

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In controtendenza alla diffusa – ed in certi frangenti veritiera – consuetudine che vede adottare la sofferenza come vettore infallibile di cristallina ispirazione, io vi chiedo se nella fattispecie non si possa finalmente considerare Mr. E al netto delle sue travagliate vicissitudini personali.

Giunti al decimo episodio, credo si possa definitivamente ed oggettivamente constatare il raggiungimento di uno standard di qualità, personale e riconoscibile, un marchio di fabbrica insomma, fregio ad appannaggio dei grandi. Cominciare a considerare la classe innata del nostro, come un processo inevitabile e non una conseguenza degli eventi, sarebbe dunque buona cosa, specialmente alla luce di un lavoro compatto come “Wonderful Glorious”. Il Gangsta-Blues di “Bombs Away”  apre sornione, immerso com’è in una coltre fitta di riferimenti dalla quale spesso fanno capolino i sentori dell’ultimo Danger Mouse & Daniele Luppi  – presi alla maniera dei Black Keys, – immaginario Tarantiniano e domande che sorgono sul perché non sia finito nella soundtrack di Django, con buona pace di Elisa Toffoli, Nda.

In seconda battuta ci si aspetterebbe un’altra “Souljacker, Pt I” ed invece arriva J.Spencer conil suono più recente ed accessibile della Blues Explosion – Quello di Damage, per intenderci Nda -,  “Kinda Fuzzy” ed il singolo Peach Blossom sono esattamente questo, Blues ricamato Pop, ma fiero, cose che non potrebbero mai finire nella sigla di “Campioni il sogno”. C’è’la Nashville di Jhonny Cash –“On The Ropes”, e la malinconia perfetta “The Turnaround” , ci sono tutte le componenti classiche del suono EELS e qualcosina in più – Come certa psichedelia di “Open My Present”. Del resto, nessuno potrà mai scalfire “Beautiful Freak” dalla cima del podio, ma quest’ultimo suona come una fragorosa conferma.

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