Primavera Sound 2013 – Giorno 3

Una giornata un po’ meno densa di concerti rispetto alle precedenti, ma sempre ricca di sorprese, grinta musicale, intensità sonora e band di altissimo livello…il Day 3 di Rocklab apre le danze con le “elegie” ritmiche dei Dead Can Dance, passando per i Thee Oh Sees, Wu – Tang Clan, la tanto attesa performance di Nick Cave con i suoi Bad Seeds, Crystal Castels e My Bloody Valentine.

Ma prima di iniziare a raccontarvi cosa è successo durante quest’ultima giornata, una menzione speciale va data al primo nome confermato della prossima edizione del Primavera Sound 2014, i Neutral Milk Hotel, e soprattutto alla delegazione italiana che si è esibita nel corso dei tre giorni (Blue Willa, Foxhound e Honeybird And The Birdies), dando sfogo alle più varie sfaccettature musicali targate Made in Italy con una energia e una presenza scenica tutta internazionale. 

Dead Can Dance

Attitudine e Visual: La musica dalle ombre notturne dei Dead Can Dance apre le danze sul palco del Ray-Ban quando ancora il gelido chiarore del giorno è alto nel cielo di Barcellona e irrompe con tutta la sua forza di oscuro misticismo gotico dalle atmosfere etniche. La world fusion neoclassica di Lisa Gerrard e Brendan Perry risveglia così echi d’altri tempi tra attimi medievali e istanti rinascimentali. La voce della Gerrard, con un vestito di velluto regale dal colletto dorato con pietre, sempre elegiaca e potente colpisce dritta al cuore, mentre i picchi baritonali di Perry, in balia di dei suoi strumenti, ben si mescolano all’incanto dello spleen emozionale regalato sul palco del Primavera Sound. Monumentali.

 Setlist/Momento Migliore: Un intero live denso, importante e ammaliante che parte con Children Of The Sun e continua con Agape, Kiko, Amnesia, Rakim, Sanvean, Black Sun, Nierika, Opium, Ime Prezakias, The Ubiquitous Mr. Lovegrove e la splendida cover di Tim Buckley, Song To The Siren.

Pubblico: Tutta l’area del palco, scalinate comprese, è pienissima di gente. Ancora più intimi, penetranti e coinvolgenti rispetto all’ascolto degli album in studio, i Dead Can Dance trascinano tutti.

Thee Oh Sees

Attitudine e visual: Nonostante il freddo graffiante, la band sale sul palco sbracciata e carica come non mai. Dopo un veloce check agli strumenti, incitano subito i presenti con un sentito “Are you ready for the show” e partono con ventate di psych -garage incisivo e grintoso.

Setlist/Momento migliore: The Dream, Toe Cutter – Thum Buster, Tidal Wave, Lupine Dominus, I Com From The Mountain, I Was Denied, Block Of Ice, Carrion Crawler, Tunnel Time, Minotaur per una intensa colonna sonora.

Pubblico: Fomentato e ben attento alle derive sonore energiche proposte dalla band.

Dead Can Dance

Dead Can Dance

Wu-Tang Clan

Attitudine e Visual: L’hip hop dei newyorkesi Wu-Tang Clan travolge letteralmente il palco del Primavera, con un’ondata di parole frenetiche e impetuose, colpendo per la capacità di coinvolgere tutti i presenti e per l’energia nella presenza scenica cruda e diretta. Un urlo rabbioso nel vortice del rap.

Setlist: Bring da Ruckus, C.R.E.A.M., Da Mystery Of Chesboxin’, Wu-Tang: 7th Chamber Part 2, Wu-Tang Clan Ain’t Nuthing Ta F’ Wit, Clan in da Front e la cover dei Beatles Come Together.

Momento migliore: L’irruenza rivisitata in chiave rap della cover dei Beatles, Come Together.

Pubblico: Un tripudio di persone tra cori potenti e mani sempre alzate.

Nick Cave & The Bad Seeds

Attitudine e Visual: Un’eleganza innata, uno stile impeccabile ben “confezionato” anche nel suo vestito nero e raffinato, esplode nel sudore e nella poesia rabbiosa di un Nick Cave che sul palco dell’Heineken è in forma smagliante. Una voce sempre potente e intensa si mescola così alla raffinatezza catartica e infuocata di un live senza sosta, emozionante e sconvolgente, carico di interazioni, “carnali” contatti col pubblico e feeling affiatato con i Bad Seeds, perfetti nell’esecuzione dei brani e con un Warren Ellis sempre carismatico. Classe e furore per un live a regola d’arte.

Setlist: La scaletta fonde bene insieme alcuni brani del nuovo lavoro Push the Sky Away e grandi classici che arrivano dritti al cuore. Si parte con We No Who U R passando per Jubilee Street, From Her To Eternity, Red Righ Hand, The Weeping Song, Jack The Ripper, Tubelo, We Real Cool, The Mercy Seat, Stagger Lee e Push the Sky Away.

Momento migliore: The Weeping Song e la grintosa e intensa interpretazione di Stagger Lee cantata da Nick Cave in mezzo alla folla a stretto contatto col pubblico, tra mani che lo sorreggono e cori che lo osannano.

Locura: Il “Suck my dick” urlato ironicamente da Nick Cave ai musicisti sul palco durante l’esecuzione di Stagger Lee.

Pubblico: Numeroso, soddisfatto, affascinato dal live, emozionato. Anche se alcuni si aspettavano forse un live più duraturo in termini di “minutaggio”, Nick Cave convince non lasciando affatto indifferente il pubblico presente e sbalordisce soprattutto chi tra le prime file ha la possibilità di sorreggerlo, dargli la mano, interagire con lui.

Nick Cave & The Bad Seeds

Nick Cave & The Bad Seeds

My Bloody Valentine

Attitudine e visual /Audio: Volumi decisamente ed eccessivamente bassi per questo live sul palco dell’Heineken dei My Bloody Valentine che non ha sicuramente avuto bisogno dell’utilizzo dei tappi alle orecchie e con quell’interessante intreccio di voci tra Kevin Shields e Bilinda Butcher, seppur non fondamentale per un gruppo del genere, praticamente inesistente. Anche se in balia di effetti visivi, giochi di luce, attimi sensoriali sotterranei, istanti di rumore e distorsioni in primo piano, esecuzione strumentale precisa, il live non convince del tutto ugualmente. Le buone vibrazioni e le acide sensazioni sembrano dunque non penetrare fino in fondo gli animi di tutti i presenti e della sottoscritta nemmeno con la dinamite di “Holocaust Session”.

Setlist: I Only Said, When You Sleep, New You, You Never Should, Honey Power, Cigarette in Your Bed, Only Tomorrow, Come in Alone, Thorn, Soon, To Her Knows When, Nothing Much to Lose,  You Made Me Realise, Wonder 2 e Feed Me With Your Kiss.

Pubblico: Numeroso anche se durante tutta la durata del live in tanti si sono allontanati…alcuni visibilmente soddisfati, ma in molti invece chiaramente delusi dallo show.

Crystal Castles

Attitudine e Visual: Il caos coinvolgente che si sprigiona attraverso una performance incendiaria. È il frenetico tripudio elettronico che i Crystal Castles hanno regalato sul palco del Ray Ban, con Alice Glass e i suoi capelli rosa che salta, si dimena, sale sulla cassa della batteria e si butta già a inizio live in folli stage diving in mezzo al pubblico.

 Setlist/Momento migliore: Vengono passati in rassegna dei brani tratti dall’ultimo III, ma anche pezzi dei precedenti lavori a partire da Plague, Wrath Of God, Baptism, Suffocation, Crimewave e procedere con Vanished, Transgender, Untrust Us, Black Panther, Telepath, Sad Eyes, per un intenso “rave party” a cielo aperto.

Pubblico: Un’inaspettata folla di gente  pronta a ballare e divertirsi.

Pubblico

Pubblico

Cala così il sipario su questa edizione 2013 del Primavera Sound, mentre l’immensa ruota panoramica posizionata tra il palco dell’ATP e l’Heineken continua dolcemente a girare e la luna piena alta nel cielo illumina i bagliori di questa ultima giornata di festival ormai giunta al termine.