ATTITUDINE E VISUAL: Gli Spagnoli, pardon, i Catalani sono un popolo riconoscente; Specialmente nel caso in cui ti andasse di salvarli da un’invasione di cavallette. Nel 1687 la Vergine De La Mercé – Si narra – lo fece per davvero, ed a partire dal 1902 scattarono puntuali i festeggiamenti in suo onore (Che nel frattempo è diventata ufficialmente patrono di Barcellona), bevendo e divertendosi per le magnifiche strade della città. Quest’anno, la ciliegina sulla torta è stata pensata per donare un tocco British a quel calderone che sbuffa senso d’appartenenza da tutti gli angoli delle strade, su tutti i balconi addobbati di giallo e rosso. L’imponente fabbrica della Estrella Damm (La birra, quella che berrai per forza, quella che ti vende anche il fioraio) con le sue insegne rosso vivo, campeggia sul lato destro del viale che porta verso il piazzale adibito al concerto: un cliché birra-rock portato all’eccesso, ma gradito, ovviamente. Tutto sorvegliato dalla facciona di Miles, che dal maxi schermo troneggia sprezzante, di bianco vestito, inglese fino al midollo in una mise omaggio alla cultura ‘Mod’.
AUDIO: Siamo lontani, siamo arrivati tardi perché siamo Italiani, ed Italia i concerti non cominciano mai puntuali: Qui si. Brandendo una birra – indovinate di quale marca? Ndr – presa in un bar a circa duecento metri di distanza, cominciamo a riconoscere chiaramente quelle che sono le note d’apertura, e più ci avviciniamo e più tutto sembra compatto, miscela omogenea di chitarre ed ovazioni, di riff e melodia. il posto è grande, il fonico anche.
SETLIST: Tante coppie si sono formate durante ‘Riarrange‘, e tante signore catalane hanno rinsaldato il rapporto con il proprio ‘marido’ durante ‘My Fantasy; Ballando candidamente, trasportati da quella linea compositiva capace di alternare fiamme – Inhaler – ed estasi pura. Succede poi di far conoscenze, ragazzi del posto, gente che si professa Catalana ancor prima che Spagnola, amici istantanei con cui ballare ‘Don’t Forget Who You Are‘ – E cosa altrimenti? -. Felici, in ammirazione di questa gente e di questi posti. Forse invidiosi, e forse smemorati se ci chiedessero da dove veniamo.
PUBBLICO: Una massa compatta che ingloba almeno due generazioni di frizzante ospitalità, una sorridente e rispettosa bacchettata alle nostrane usanze, monito gentile sul come dovrebbe e spesso non é.
LOCURA: La sorpresa perfetta fa capolino nel nocciolo di un pezzo tratto dal nuovo album, non ricordo quale, però tutto si ferma ed il clima cambia. Al suono di tamburi, gli amici istantanei – Che hanno la barba lunga – mi osservano in cerca di conferme; Uno fa le corna, mentre l’altro mi chiede se provo anch’io simpatia per il demonio. Dal canto mio, per non passare da quello che mangia pizza ma non conosce gli Stones, gli canto tutta la canzone, a loro e alle orecchie della mia povera compagna.
MOMENTO MIGLIORE: Sicuramente durante ‘Don’t Forget Who You Are‘, molti presenti hanno provato qualcosa che va al di là del mero concetto di aggregazione: la festa, il patrono, le bandiere Catalane, tutto era perfetto, tutto collimava con l’ideale buono di comunità.
CONCLUSIONI: Un concerto capace di possedere le componenti giuste per definirsi memorabile: dalla location, alla performance senza sbavature del nostro, amalgamando i risvolti sociali insiti in una festa nazionale con la pura energia del popolo sceso in piazza. Da mandare a memoria e raccontare ai nipotini.