Múm: “Troviamo la giusta tensione tra elementi opposti”

A tredici anni dal loro disco d’esordio, Yesterday was dramatic, today is ok gli islandesi múm si confermano con la loro ultima uscita Smilewound, una delle band più interessanti dell’attuale panorama indietronico, capaci di una composizione ancora fresca e mai banale. Abbiamo fatto alcune domande a  Örvar Þóreyjarson Smárason su questo album e sull’etichetta indipendente di cui fanno parte da anni, la Morr Music, riferimento ormai di culto per gli amanti dell’elettronica glitch.

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Mi ha colpito molto il fatto che il titolo dell’album, Smilewound, che richiama due immagini quasi opposte, si adatti molto bene al tipo di musica che fate, in cui elementi di elettronica si fondono molto bene con gli strumenti classici. La scelta di questo titolo è frutto di questo vostra attitudine nel concepire la musica o c’è qualche altro motivo per questa scelta?
Per noi non ci sono differenze fondamentali  tra strumenti elettronici e quelli che tu chiami classici, li vediamo indifferentemente, come fossero giocattoli. Nella nostra musica e in tutto quello che facciamo c’è una certa tensione tra elementi che hanno funzioni opposte e che si controbilanciano, e sento che questo vale non solo per la nostra musica ma anche per cinema, letteratura e arte.

Il brano del disco che mi è saltato più all’orecchio è One smile, in particolare la parte con quei violini dal sentore mediorientale, il che è particolare visto che voi siete di tutt’altra provenienza: qualcuno di voi per caso è appassionato di questo tipo di musica o di recente ha ascoltato qualcosa di questo genere? O è stato del tutto casuale?
Ho sentito dire questa cosa già qualche altra volta, ma personalmente non la avverto. Abbiamo ascoltato un po’ di musica mediorientale, sia tradizionale che moderna, e mi piacerebbe  essere in grado di suonare qualcosa di questo tipo, ma le nostre abilità di musicisti sono lontane da quei livelli.
Le melodie e la struttura di One Smile sono molto occidentali, ma glissando le melodie penso effettivamente possa farla suonare diversa e un po’ esotica. Un critico aveva deciso che stavamo tentando di fare una canzone stile Bollywood con questo pezzo, e la cosa mi ha fatto ridere perché non potrebbe essere più lontano dalla verità. Ma è davvero splendido vedere che la gente ascolta fino in fondo le canzoni, è una delle cose migliori che ti possa capitare nel fare musica.
Comunque One Smile per noi suona molto influenzata dagli Stereolab, una nostra grande fonte di ispirazione, e più in generale direi che è molto radicata nel Kraut rock.
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L’idea (forse sbagliata) che mi sono fatto del vostro gruppo è che sia una sorta di collettivo: è davvero così? Il processo di creazione dei brani è davvero collettivo? E in tal caso: avete mai pensato di estendere questa pratica  suonando ognuno di voi ogni volta strumenti diversi?
E’ strano, ma evitiamo di definire le relazioni che abbiamo l’un l’altro, e più riusciamo a evitarlo meglio è. Io e Gunni scriviamo la maggior parte delle canzoni, e alcune di queste le scriviamo in collaborazione con uno o due degli altri del gruppo. Quando lavoriamo su un album lo facciamo dividendoci in piccoli gruppi, noi due lavoriamo con uno o due persone. Al momento delle esibizioni dal vivo e dei tour diventiamo un gruppo di amici che suonano musica insieme in modo caotico.
Ci scambiamo spesso gli strumenti, molti di noi non suonerebbero mai un singolo strumento, siamo troppo matti per farlo.
Ho visto che avete fatto un brano con Kylie Minogue, che è stato inserito come bonus track in questo vostro ultimo album. Com’è nata la collaborazione? Chi ha cercato chi?
Stavamo scrivendo la colonna sonora per un film indipendente americano che si intitola Jack & Diane, e Kylie aveva una parte marginale in questo film. Il regista del film ha avuto l’idea di farci fare un pezzo molto club per una scena del film che Kylie avrebbe dovuto cantare, ma a causa di un malinteso abbiamo fatto una canzone nel nostro solito stile e la sua voce comunque si adattava perfettamente. Tranne che per la scena per cui serviva quella canzone, quindi abbiamo dovuto scrivere un altro pezzo per quella.
Quindi un piacevole malinteso e una grande collaborazione.
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Fate parte della MorrMusic, un’etichetta storica per un certo tipo di elettronica che all’inizio degli anni 2000 era sulla bocca di tutti. Sono passati ormai 13 anni da Yesterday Was Dramatic – Today Is OK: cosa è cambiato nelle etichette discografiche? Ci sono secondo voi ancora etichette capaci di condizionare gli stili e le tendenze musicali?
Sì penso che la nostra musica abbia avuto un’influenza importante su quella che la Morr ha proposto sin dagli inizi, e viceversa.  Abbiamo molto apprezzato quello che la Morr ha prodotto in questi anni e penso sia uno dei posti più fertili per la musica fino a questo punto, ci siamo spostati a Berlino proprio per esserne più a diretto contatto.
La Morr Music è gestita da gente molto appassionata e penso proprio che questo tipo di persone possa influenzare positivamente i musicisti e far sì che le etichette indipendenti possano continuare a crescere, anche se l’industria discografica sta andando giù per il cesso… almeno per quanto riguarda le piccole e medie etichette.