Ida sta a mille: Nine Inch Nails – I mari dell’esperienza e i transatlantici del digitale – parte 2

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The Downward Spiral – Mr. Self Destruct e la spirale delle identità[1] 

Durante il terzo stadio della seduta la mia psiche entra nel pieno di un cammino luciferino, in una spirale discendente di follia e auto-annientamento, fantasie di sottomissione e rabbia repressa in compagnia di un avatar chiamato Mr-Self-Destruct. Mi accingo dunque a penetrare i recessi più violenti e nascosti del mio subconscio in un’infinita rimozione di attimi inconsci, sino a raggiungere un significato per me ancora incerto e inaccessibile, attraverso sofferenze distorte.

Il viaggio all’interno del mio inferno personale ha luogo in una villa di Beverly Hills al 10055 di Cielo Drive[2] che di giorno è circondata di luce, ma di notte sembra pervasa da un’oscurità angosciante costruita su impervi labirinti mentali e infestata da personalità multiple, specchio e trasfigurazione delle varie istanze dell’Io: è un mondo abitato da mille caratteri che ostacolano la libertà individuale. Brancolando nel “buio murato” dell’edificio inizio a vivere momenti dai risvolti irrazionali, fortemente duali e fuori dai canoni del reale inteso come tangibile e concreto, mentre un uomo misterioso[3] dalla pelle bianca e pallidissima, quasi cadaverica, accompagna e riprende in vhs il mio peregrinare assieme a Mr. Self Destruct tra le stanze della vita senza alcun filtro dettato dal pre-conscio. Si compie così la lotta interna fra Io/Es e Super Io…

Riflesso su uno specchio del corridoio rivedo il mio doppelganger[4], l’altro aspetto di me: la copia spettrale aspra, perversa, alienata e sregolata della mia essenza. La mia ombra segreta esplora i luoghi dell’Io più profondi dicendomi:

Ho una testa, ma la mia mente si sta disfacendo. Non riesco a mantenere il controllo, non riesco a tracciare il percorso su cui sta viaggiando. Ho un cuore, ma il mio cuore non è buono a nulla. E tu sei l’unica e la sola, questo è certo. Continuo a camminare, ma non so dove mi stai portando. Non dovrei venire ma mi stai torcendo straziando e scrollando. Tu spegni il sole, sradichi le stelle dal cielo, tanto più ti do, quanto più muoio… Tu sei la droga perfetta… Mi rendi duro quando sono morbido dentro. Vedo la verità quando sono orbo. La freccia mi trapassa dritta nel cuore. Senza di te tutto semplicemente va in pezzi. Il mio sangue vuole salutarti. Il mio terrore vuole entrarti dentro. La mia anima ha una gran paura di rendersi conto di quanto poco sia rimasto di me.”[5]

Dal salotto sento e percepisco i lamenti di uno schiavo che subisce le torture[6] di se stesso e del mondo..cercando di liberarsi dalle catene del destino, urla fremente di dolore: “Lo schiavo crede di essere liberato dai legami, solo per trovare una serie più resistente di catene.”[7] mentre Mr-Self-Destruct sussurra:

Sono la voce all’interno della tua testa, e ti controllo… Ti conduco dove vuoi andare, ti do tutto ciò che ti serve di sapere, ti trascino giù, ti esaurisco”[8]

e su un muro vengono elencate tutte le possibili strade che conducono verso il nulla dell’autodistruzione controllata e della manipolazione tra esseri umani.

La voce di un ex-amante impreca in una camera immersa di fango, che entra dall’esterno attraverso la finestra, tra le spoglie di un letto disfatto in uno stato di impotenza:

Ehi porca, sì tu. Ehi porca porca porcellina porca tutte le mie paure sono divenute realtà. Nero e blu e ossa rotte… mi hai lasciato qui e sono completamente solo… la mia porcellina aveva bisogno di qualcosa di nuovo… niente può fermarmi ora, non me ne importa più
niente, niente mi può fermare, non me ne importa”[9]

E un drago che dice di chiamarsi “Tu devi”[10] sputa fuoco e litanie eretiche

Il tuo Dio è morto e nessuno se ne frega… annegando nella sua ipocrisia, e se c’è un inferno ci si vede là… ha creato un virus che togliesse di torno tutti i porci[11]…voglio distruggerlo, voglio farlo a pezzi[12]

In un’aia piena di maialiNon ti fa sentire meglio? I maiali hanno vinto stanotte, possono tutti dormire sonni tranquilli, e tutto è a posto”[13] sogghigna con ilare depravazione Mr-Self-Destruct.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAI confini tra realtà e finzione diventano sempre più labili e immagini confuse e torride continuano a riempire i vuoti della mia mente, mentre vengo improvvisamente pervasa da un’incontrollabile sete di desiderio. Rinuncio così a me stessa concedendomi a Mr-Self-Destruct, dandogli un controllo tattile tanto quanto illusorio del mio corpo già manipolato dalle droghe cibernetiche e dai parossismi della psiche. La sottomissione si fa così abuso piacevole nel completo e languido appagamento dei sensi e nell’esplosione totale e primordiale di tutti i desideri repressi “Tu permetti che io ti violi… Tu permetti che io ti sconsacri, tu permetti che io ti penetri, tu permetti che io ti complichi, aiutami, ho fatto a pezzi le mie interiora, aiutami, non ho un’anima da vendere, aiutami, l’unica cosa che può funzionare con me, aiutami a fuggire da me stesso, voglio fotterti come un animale, voglio sentirti dal di dentro, voglio fotterti come un animale… tu mi avvicini a Dio….Sei il motivo per cui resto in vita”[14] ansima Mr-Self-Destruct.

In pochissimo tempo però lui cambia sembianze e la sua pelle si riempie di circuiti elettronici[15]…l’essere diventa coscienza automatica e pulsione, da uomo si tramuta in macchina, un essere artificiale in cui la voce si fa nichilismo indifferente e il duello interiore stagnazione morale… nella spirale del silenzio penetra il mio cuore dicendomi:

Sono la macchina silenziatrice e ti controllo…tutto il dolore scompare, è la natura dei miei circuiti interni, sommerge tutto ciò che sento, non posso sfuggire a questa mia nuova consapevolezza, il me che conosci provava dei sentimenti, ma il sangue ha smesso di pompare ed è stato lasciato a decomporsi, il me che conosci ora è fatto di cavi, e anche quando sono davvero qui con te, sono così lontano….. Nascondendomi nei recessi di me stesso, mi sento così intrepido, stringimi un po’ più forte, potrei semplicemente rischiare di scivolare via…

Continuo a cadere sempre giù dalla stessa collina, i bambù mi perforano la pelle, da me non nasce nulla, sto annegando come sotto una cascata, due piedi sotto la superficie dell’acqua riesco ancora a vedere incresparsi il tuo viso, e se riuscissi a raggiungerti forse riuscirei a lasciare questo posto[16]

…e forse non ho scelta e forse è tutto ciò che ho… Non voglio questo”[17] e si dilegua all’interno di un vortice spazio-temporale. Mescolata a deflagrazioni metalliche si percepisce l’eco di voci distorte che gemono di estasi e sofferenza nel perenne flusso degli opposti[18] e poi la calma-malia di un luogo lontano[19] trafitto da suoni spettrali.

In balia dei sensi rimango sola e nuda nel cuore di me stessa dove la mia coscienza interiore diventa un rettile che sanguina parole ed emozioni: “Ho bisogno di te, di sognarti, trovarti, gustarti, scoparti, usarti, sfregiarti, romperti[20]

…lei ha sangue di rettile sottopelle… mia malattia, mia infezione[21]…i problemi hanno una soluzione, una vita trascorsa a incasinare le cose riparata in un determinato flash[22]…” Luci caleidoscopiche accecano la mia visione in un tumulto di sensazioni e flashback distorti. Ritorno così al principio della mia seduta, sulla macchina di fronte a Lisbeth.

Prima di passare all’ultimo e conclusivo stadio della mia seduta lei mi dice di scrivere su un taccuino una frase, delle parole intense e significative tanto da formare una spirale, simbolo di cambiamento e superamento dei propri limiti. Impulsivamente e quasi guidata da una voce spirituale scrivo: “Indosso la mia corona di merda… se potessi ricominciare da capo a mille miglia da qui avrei cura di me stessa, troverei un modo per farlo[23].”

“Ora sei pronta per la battaglia finale…” dice Lisbeth…

Gli angeli sanguinano al tocco corrotto della mia carezza, ho bisogno di contaminare per alleviare questa solitudine[24]”

e ricollega la mia mente al computer filtrando le emozioni su uno schermo in immagini decadenti in bianco e nero.  

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Parte IV – La battaglia finale tra Angeli e Demoni

È il conflitto interiore tra bene e male a essere il fulcro centrale di una lotta tanto cruenta quanto indispensabile negli anfratti più reconditi dello spirito e dell’intelletto, nei labirinti ameni di una eterna battaglia che si riverbera nell’inevitabile conclusione di un significato nascosto. L’ultimo stadio di questo mio percorso nella vita e oltre la vita avrà infatti come protagonisti una folta schiera di angeli e di demoni.

In un’ala spartana e vuota del Castello di Eymerich, Lisbeth inizia a disegnare un cerchio e un triangolo sul pavimento che sarà utile a evocare i 72 spiriti della Goetia[25]. Io dovrò risiedere all’interno del grande cerchio e le entità appariranno all’interno del triangolo. Sarà il Lemegeton Clavicula Salomonis a sussurrare nel vento intangibile delle mie paure le giuste parole da utilizzare con preghiere cabalistiche in varie lingue. Sfogliando l’antico libro percepisco uno strano odore di polvere e peccato, così intenso e magico che sembra quasi fagocitarmi all’interno delle pagine misteriose, portandomi a camminare tra pentacoli di Salomone e vasi di bronzo, in cerca di spiriti da espiare e arti da esplorare. Sarà invece la mia stessa essenza a scegliere i protagonisti di questa conclusione volta a schiudere un nuovo e più lucente inizio.

Dei 72 angeli e 72 demoni sono sedici quelli che appaiono al mio sguardo, posti in due file parallele tra loro e immersi di luci e fiamme, simboli arcaici e primordiali di una mia interiorità velata. Ciascuno ha un nome ben preciso, un’impronta, una traccia, una frase ben visibile sulla propria veste bianca di purezza o torbida come il fango. È così che mi imbatto in[26]:

Jeliel -Angelo caritatevole. Carità, socievolezza, armonia nelle coppie, fedeltà coniugale, amore universale, pace, verità. (Sin)

Sitael – Angelo di speranza. Protezione dal male e negli incarichi di grande responsabilità, forza fisica, tolleranza, armonia. (The Frail)

Melahel – Angelo liberatore da ogni male. Protezione dagli aguati e dagli attentati, capacità di guarire con l’omeopatia, propensione a viaggiare, vittoria sulle malelingue, buon matrimonio prospero, socievolezza e apertura ai rapporti con gli altri, obiettività, capacità di sintesi, precisione. (The Wretched)

Menadel – Angelo adorabile. Dedizione nel lavoro, lavoro spirituale per volgere al Bene, attitudine alla scienza medica e capacità curative, disponibilità caratteriale, amore verso il prossimo. (Hurt)

Mikael – Angelo delle virtù. Responsabilità, fedele alle promesse fatte, rispetto, onore, attitudine per la politica, parlantina, protezione dagli incidenti durante i viaggi, lunga vita.(The Mark Has Been Made)

Yeiazel – Angelo gioioso. Gioia contagiosa, spirito libero ed altruistico, capacità di alleviare il dolore altrui, protezione dall’invidia e vittoria sui nemici, riconoscenza. (The Great Below)

Yeiaiel – Angelo che esaudisce. Successo e fama, amore per la bellezza e l’arte, carattere docile, amabilità, sincerità, difesa della verità e dei deboli, integrità morale, guarigione delle malattie psicosomatiche. (Wish)

Ariel– Angelo rivelatore. Comprensioni dei propri limiti e pregi, attitudine per la scienze naturali e la ricerca, sviluppo dell’intuizione, protezione dagli incidenti, vivere bene, buona capacità organizzativa, sensibilità, delicatezza. (The Day The World Went Away)

Amon – E’ un marchese, riconcilia i nemici e causa l’amore, predice il futuro, comanda quaranta legioni (Terrible Lie)

Asmodeus – E’ uno dei diciotto re, induce alla lussuria, semina orrore e caos, conosce la matematica e il segreto dell’invisibilità (Closer)

Abigor – E’ un duca, da insegnamenti sulle arti belliche, predice il futuro e comanda sessanta legioni (Piggy)

Beleth – E’ un re, ha la facoltà di riunire le persone in amore (March Of The Pigs)

Gomory – E’ un duca, fa acquistare al mago l’amore di qualsiasi donna, è l’unico demone che generalmente si presenta in sembianze femminili (Suck)

Malpas – E’ un presidente, può realizzare qualsiasi desiderio (Gave up)

Phoenix – E’ un marchese, obbedisce a ogni ordine del mago, sotto il suo influsso sono la poesia e la letteratura, rivela il futuro (Head like a Hole)

Zagan – E’ un re, conosce i segreti dell’alchimia, comanda trenta legioni (Starfuckers, Inc.)”

È una lotta questa che mi vede spettatrice, ma anche spiritualmente protagonista perché questi esseri alati rappresentano gli aspetti del mio stesso sé interiore, caratteri duplici e opposti, costruttivi e distruttivi, attivi e passivi di me. La battaglia vera e propria si svolge sulla sommità di una scalinata con base appoggiata sulla Terra[27], dove risiedono i raggi di sole e luna accerchiati da dieci pianeti identici[28]. Essa è costituita da 72 gradini ed è la trasfigurazione del mio personale sentiero di risalita e consapevolezza. Mentre le due schiere angeliche e luciferine si scontrano tra loro in questa eterna e cruenta lotta di coscienze, io ammiro da lontano. Tra ascesa e discesa, salite faticose e cadute repentine, Paradiso e Inferno dei miei pensieri, due Cherubini chiamati “I Guardiani della Soglia”, uno col volto maschile e l’altro femminile con in mano una spada fiammeggiante a doppio taglio mi accompagnano sino alla Cinquantesima porta della Conoscenza, che darà definitivamente accesso all’Eden ideale della mia essenza[29] Giunti sull’uscio le spade dei Cherubini si trasformano in due coppie di ali incrociate, definendo l’arco sopra il maestoso portale, e io vengo spinta verso l’infinito della mia più pura, originaria e nascosta natura.

In un lampo mi ritrovo ad occhi chiusi all’interno del cerchio sola e senza più entità al mio fianco. Sento la voce di Lisbeth che dice: “Il viaggio all’interno della tua stessa essenza finisce qui e ricorda che “Il visibile è per noi la misura proporzionale dell’invisibile… la fine è solo un nuovo inizio…” e scompare..

Esco fuori, oltre la realtà simulata del vero, al di là del bene e del male…fusa finalmente nel qui e ora della nostra vita.

Illustrazioni originali di Marzia Grossi

 


[1]  L’intero paragrafo è dedicato a una personale interpretazione di The Downward Spiral (anche noto come Halo 8 e terzo lavoro in studio dei Nine Inch Nails uscito nel 1994) con alcuni squarci interpretativi legati al film Lost Highway (Strade Perdute – film del 1997 diretta da David Lynch) La colonna sonora di Strade Perdute è stata prodotta da Trent Reznor.
[2] Vedi nota 22
[3]  Il personaggio dalla pelle pallida di Strade Perdute. Il film Strade Perdute si basa su una realtà mostrata da differenti punti di vista e abitata da personalità multiple. Il film è altresì strettamente connesso alla psicoanalisi e alle varie istanze dell’Io freudiano.  La casa stessa è una rappresentazione nonché metafora della mente. Secondo tale interpretazione l’Uomo Misterioso sarebbe la personalità attiva e violenta, quindi l’Es del musicista Fred. Il primo infatti riprende spesso con una telecamera a differenza di Fred per dimostrare come l’Es riveli e ricordi le cose realmente, così come sono accadute oggettivamente. Mr Eddie/Dick Laurent rappresenterebbe invece il Super-Io (secondo la teoria freudiana è quell’istanza della personalità che determina le regole comportamentali e la coscienza etica, contrastando gli istinti secondo un complesso di norme acquisite dai genitori, dagli educatori e dalle convenzioni sociali) mentre Fred è l’Io. La figura di Pete riflette invece l’Ideale dell’Io, tutto quello che Fred non è e che vorrebbe essere.
[4]  L’altro aspetto di se stessi, il proprio doppio, concetto utilizzato da Lynch sia in Strade Perdute che in Mulholland Drive (http://it.wikipedia.org/wiki/Doppelgänger)
[5]  The Perfect Drug (http://it.wikipedia.org/wiki/The_Perfect_Drug)
[6]  Quello che si percepisce dalla intro del brano Mr. Self Destruct
[7]  l tema della tortura e della schiavitù presente anche in The Downward Spiral è ricorrente nella produzione dei Nine Inch Nails Nell’ EP “Broken”, ad esempio, c’è questo passaggio nelle note sulla copertina
[8]  Mr. Self Destruct
[9]  Piggy
[10]  The Downward Spiral contiene al suo interno una visione “Nietzschiana” della realtà. Anche Reznor dunque inserisce all’interno dei suoi testi concetti legati alla morte di Dio e alla fragilità di un uomo che cerca di ergersi a padrone del mondo. / Il tema della morte di Dio intesa come eliminazione di una legge sovrumana è trattato in Così parlò Zarathustra attraverso la rappresentazione del drago chiamato “tu devi”
[11]  Heresy
[12]  March Of The Pigs
[13]  ibidem
[14]    Closer
[15]   Altra metafora contenuta in The Dawnword Spiral..il meccanico subentra all’umano e ciò è ravvisabile anche a livello sonoro a partire da metà cd.
[16]  Becoming
[17]  I Do Not Want This
[18]   Intro Big Man With A Gun
[19]    A warm Place
[20]   Eraser
[21]   Reptile
[22]   The Downward Spiral
[23]    Hurt
[24]    Reptile
[25]   http://it.wikipedia.org/wiki/Piccola_Chiave_di_Salomone, http://azjeh666.angelfire.com/Goetia_Luciferian.pdf
[26]   Ogni singolo angelo e ogni singolo demone è associato, ed è questa la frase che ogni spirito a impresso sulla veste, a una brano contenuto nell’album live And All That Could Have Been (http://it.wikipedia.org/wiki/And_All_That_Could_Have_Been)
[27]  L’Albero della Vita è la “scala di Giacobbe” (Genesi 28), la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo. Lungo di essa gli angeli, cioè le molteplici forme di consapevolezza che animano la creazione, salgono e scendono in continuazione. Lungo di essa sale e scende anche la consapevolezza degli esseri umani.
[28]  Dieci come le dieci Sephirot (http://it.wikipedia.org/wiki/Sephirot)
[29]  la via che conduce all’apice dell’Albero della Vita è guardata da una coppia di Cherubini. Con il graduale ravvicinamento e riunificazione dei principi di consapevolezza, questi angeli cessano di essere i “Guardiani della soglia”, il cui compito consiste nell’allontanare tutti coloro che non hanno il diritto di entrare, e diventano invece i pilastri che sostengono la porta che ci riconduce al Giardino dell’Eden. La loro stessa presenza serve da indicazione e da punto di riferimento per quanti stanno cercando di ritornare a Casa. Le spade dei Cherubini si trasformano in due coppie di ali incrociate in alto, e insieme definiscono l’arco posto al di sopra del portale d’entrata al giardino dell’Eden: la Cinquantesima Porta della Conoscenza.