Sick Tamburo – Senza Vergogna

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Non è difficile trovare il nesso tra il titolo del terzo LP dei Sick Tamburo e le dieci tracce che lo compongono: bisogna aborrire ogni forma di vergogna per proporre un lavoro talmente schietto. Lo scopo di Accusani & Co. sembra essere di lasciare meno spazio possibile all’interpretazione e fornire un singolo punto di vista da cui nulla è nascosto (non a caso Mr. Man tiene per sé la responsabilità di interpretare la quasi totalità del cantato). Il primo disco omonimo aveva abituato l’ascoltatore a canzoni-mantra in cui la ripetizione di loop elettronici e testi è l’elemento portante, mentre “Senza Vergogna” è l’anello di congiunzione tra lo stile caratteristico della band e il rock più tradizionale; sia chiaro, non si tratta di un modo elaborato per dire “Prozac+” (anche se “Quando Bevo” potrebbe suscitare una certa nostalgia).

Già con “A.I.U.T.O.” era stato possibile notare un cambio di rotta, tuttavia esso si configurava più come un tentativo di introdurre elementi nuovi in una matrice sonora consolidata, laddove ogni traccia dell’album più recente suggerisce una svolta vera e propria. L’avvenuta migrazione al nuovo sound è esemplificata al meglio da “Il Fiore Per Te”, un brano che danza sulla linea sottile tra “estremamente orecchiabile” e “spudorato tentativo di singolone”: i Sick Tamburo hanno ancora voglia di scrivere canzoni che rimangano in testa, solo che stavolta ci provano con arrangiamenti semplici e ritornelli contagiosi.

Senza vergogna, quindi, dev’essere anche l’ascoltatore ideale di questo disco, immune agli snobismi di cui un suono talmente semplice e diretto è vittima inevitabile. Al di là di ogni speculazione rimane una serie di pezzi che parla chiaro fin da subito, che colpisce in pieno il bersaglio oppure lo manca miseramente. E in questo, no, non c’è alcuna vergogna.

[schema type=”review” name=”Sick Tamburo – Senza Vergogna” author=”Vincenzo De Lucia” user_review=”3″ min_review=”1″ max_review=”5″ ]