The National @ Auditorium Parco della Musica [Roma, 23/07/2014]

-rocklab
Attitudine e visual:
i National salgono sul palco con solo un quarto d’ora di ritardo, incredibile per gli standard dei concerti romani. Il pubblico esplode, ma si parte un po’ sottotono: la staticità della band e le luci basse rendono la cavea simile a un club del Village, il che dà un senso di raccoglimento insolito per un live all’aperto; però manca qualcosa, manca quella tendenza alla forzatura dei pezzi così come sono stati registrati, quella devianza dalla norma impressa su disco che caratterizza le esibizioni dal vivo di Matt Berninger e soci. E che fortunatamente comincia ad insinuarsi gradualmente con il procedere del live, in un crescendo di organicità tra i sette musicisti sul palco, parti di un’unico ecosistema sonoro che integra percussioni improvvise e spontanee, chitarre suonate con l’archetto o sbattute a terra, trombe sullo sfondo. Il megaschermo alle spalle della band si accende seguendo il climax ascendente, confondendo immagini di ciò che accade sul palco e temi frammentati. La leggendaria relazione con il pubblico affiora con timidi avvicinamenti, che evolvono in strette di mano per poi concludersi in abbracci ed epiche passeggiate di Matt nel parterre, tra la folla in visibilio: il filo (lunghissimo) del suo microfono ha intessuto materialmente gli astanti con la storia dei National, integrandoli ulteriormente nell’esperienza del live. L’alcool è scorso a fiumi nella gola di Matt (e sulle prime file, battezzate più volte con vino bianco), e se tutti dopo una bevuta fossero così affettuosi sarebbe un mondo migliore.

Audio: la cavea dell’Auditorium offre una resa tendenzialmente buona, ma con alcune defaillance in corrispondenza dei momenti più intensi: voce e trombe vengono sormontate dagli altri strumenti più volte, pur non determinando un giudizio negativo in toto.

Setlist: ampio spazio viene dato alle tracce di Trouble Will Find Me, anche se l’apertura è segnata da ‘Wasp Nest’ (da Cherry Tree) e la chiusura da ‘Vanderlyle Crybaby Geeks’, prevedibilmente. Alcuni recuperi dal passato arrivano con ‘Available’ e ’90-mile water wall’ (Sad Songs for Dirty Lovers, del 2003) e con ‘All the wine’ e ‘Mr. November’ (Alligator, 2005). Mancano ‘Anyone’s ghost’ e ‘Friend of Mine’, ma la cura di strutturare una scaletta anch’essa in crescendo cancella ogni rancore: verso il finale, l’entusiasmo che accoglie ‘Graceless’ ed ‘England’ prepara l’encore in cui ‘Mr. November’ fuga ogni dubbio sulla vitalità dei National (e del pubblico).

Momento migliore: ciò che ha reso memorabile questo live (come altri dei National) sono state la passeggiata di Matt tra il pubblico e la chiusura con ‘Vanderlyle’: in acustico, con i microfoni rivolti verso la platea e la band allineata ai limiti del palco, un sorriso di gratitudine in volto. Sarà anche un rito consolidato, ma per chi vi assiste per la prima volta rimane un gesto inaspettato e bello. E buono.

Pubblico: l’abbondanza di colletti bianchi e liberi professionisti appena usciti dallo studio è punteggiata di concertari standard ed individui improbabilmente fan dei National: ogni tanto si sente un “DAJE FRA'” e commenti da bar poco inerenti alla situazione, ma viva la libertà! La maggior parte dei presenti è in ogni caso incantata dalla band, testimone di una devozione che cerca di ricompensare ad ogni occasione.

Locura: tutta la performance costituisce di per sé una locura (in senso buono), cosa che non ci si aspetterebbe dalla musica compassata dei National.

Conclusioni: nonostante l’evidente stanchezza del gruppo (frutto di un tour che va avanti quasi ininterrottamente da un anno) continua ad alimentarsi la loro leggendaria dimensione live: suonare per quasi 2 ore, senza sbavature e anzi, perpetrando la tradizione del finale impetuoso, li rende una sorta di bestia rara della musica odierna: i National mostrano un’attenzione inaudita per il pubblico, evitando lo snobismo che molti, dopo aver venduto 3 dischi, sbandierano immotivatamente. Assistere ad un loro concerto fa bene, aldilà di quanto si possa apprezzare la loro musica.