Majical Cloudz – Are You Alone?

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Amore, inquietudine, malinconia, dubbi, rimorsi. Bastano queste poche parole per inquadrare superficialmente la musica dei canadesi Majical Cloudz, ovvero Devon Welsch e Matthew Otto. Nel 2013 con la prima uscita “Impersonator” avevano già dato prova della capacità di produrre, sotto forma di ambient pop, melodie intriganti e avvolgenti. Due anni e un tour dopo, li ritroviamo con “Are You Alone ?” (Matador Records), disco che è il perfetto sviluppo del precedente, colmandone i vuoti ed imponendosi come una delle migliori uscite di quest’anno. Un lavoro completo sia nella scrittura quanto nell’espressione, dove l’organo e i synth si amalgamano fungendo da letto per una voce nitida; andando a costruire strati emotivi e sonori tanto eterei quanto concreti nell’andare in profondità.

Difficilmente potremmo scindere le quattordici tracce dalla figura di Devon Welsch e dal suo magnetismo che ancor meglio si manifesta sul palco — sul quale mette in atto le sue performance fatte di sguardi ipnotici, creando un contatto diretto, fatto di musica tangibile e incisiva, facendo  breccia nel muro di soggezione che spesse volte separa l’artista dall’ascoltatore. Su disco l’intensità emotiva, che è la chiave di tutto il progetto, non si perde. Welsch affida la propria visione dell’amore a delle vere e proprie confessioni; brani come “Are you Alone ?”, “So Blue” e “Heavy” sono costruiti su distese sintetiche che richiamano alla mente gli ultimi Radiohead. In “Silver Car Crashing” il nostro canta: “I am in perfect love with you” — una dichiarazione d’amore costruita con sapienza su una leggiadra armonia. L’album esplode emotivamente e raggiunge il punto più alto con la poetica “Downtown” (“Is it really this fun when you’re on my mind ?”) e la sua ossessiva melodia fatta di tastiere ad alte e basse frequenze che la rendono pezzo da playlist.

Are You Alone?” è un’opera introspettiva che scatena riflessioni su angosce e paure, affrontandole senza mai essere banale. La simbiosi creatasi tra la voce di Welsch e i ricami sintetici di Matthew Otto raggiunge i punti più rarefatti di un’atmosfera nebbiosa ed elettrica. Con questa produzione e questa poetica i Majical Cloudz trovano una strada espressiva fatta su misura, distinta dalle sonorità robotiche dell’elettronica contemporanea ma perfettamente aderente alla modernità e al nostro stato di esseri capaci di provare sentimenti. Siamo trasportati in una dimensione intima, soli con e contro noi stessi, il cuore batte, ci si spaventa ma alla fine sarà stato tremendamente bello.