Ropoporose – Elephant Love

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Nata da un tentativo fallimentare di realizzare una cover dei Girls e l’amore per l’indie-rock americano degli anni 80/90, la giovanissima band transalpina iniziò a muovere i primi passi nella scena musicale attorno ai club di Vendôme (Centre-Val de Loire). Grazie ad una talentuosa e sperimentale miscela sonora, nonché un colorato quanto peculiare brio artistico, tracciò ben presto un percorso che condusse al loro album d’esordio.

Pubblicato da Yotanka Records il 22 gennaio scorso (la versione autoprodotta risale al 2015), e realizzato con la collaborazione di Lionel Laquerrière e Pierre Lambla, prende vita una creatura discografica che miscela rumori e melodie pastello con batteria, chitarra, synth e loop station a scandirne l’eclettica struttura atmosferica.

Tinte delicate avvolgono Day of May e Desire nella soffice permeabilità vocale del duo francese, strizzando l’occhio alle composizioni degli Arcade Fire e al tenue bagliore pop dei Camera Obscura. Mentre Moïra, Empty-Headed, Elephant Love e Consolation, accendono l’ispirazione dei Ropoporose esplorando orizzonti meno innocenti. Indicando i punti cardine di un moto oscillatorio nel quale è percettibile un timido richiamo alle evoluzioni noise dei Sonic Youth, nonostante ballate come Whu-Whu e 40 Slates ne spezzino l’effimera consistenza a favore di un voluttuoso equilibrio fanciullesco.

Riuscendo a conciliare istantanee sdolcinate con l’irregolare fascino di chitarre più incisive, seppur in modo acerbo e primordiale, la vivacità ritmica di Pauline (Popo) e del fratello Romain (Ro) rende Elephant Love un piacevole viaggio sonoro.