Zippo – After Us

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Ogni volta che ci si ritrova al cospetto di un nuovo lavoro degli Zippo, immediatamente il pensiero va alla loro storia. Si, perché a partire dal 2004 di strada ne hanno fatta. Loro, cresciuti nell’entroterra Pescarese ed ora una delle figure di riferimento per quanto riguarda lo Stoner-Psych (ma non solo) nostrano, con già tre album all’attivo – “Ode To Maximum” (Self-produced, 2006), “The Road To Knowledge” (Subsound Records, 2009), “Maktub” (Subsound Records, 2011) – e tanto rispetto guadagnato in giro per il mondo.

Oggi tornano con il loro quarto lavoro intitolato “After Us“, il primo concepito per una band di quattro elementi. Mixato e Masterizzato presso il Sound of Sirens Studio (California, US), da nientemeno che Toshi Kasai – già al lavoro con The Melvins, Tool Shrinebuilder –, l’album conferma nuovamente la band come una delle migliori espressioni Heavy dello stivale. Questa volta però niente concept, ma una scrittura che va ad interagire direttamente con tutti quegli spaccati di vita quotidiana che viviamo sulla nostra pelle. Un disco “massiccio”, che porta nel dna un’ampia percentuale di matrice americana, e le cui cellule partendo dallo Stoner desertico dei padri spaziano liberamente, moltiplicandosi e dando pieno sfogo a tutte le svariate forme concepibili all’interno del genere. Partendo dal Doom di – After Us –, per poi attingere da certa rumorosità dei ’90 più Grunge – Comatose, Adrift, Yet Alive –, e stemperando il tutto con la psichedelia tout court di “Familiar Roads”.

Ma non è tutto qui, sul finale basta la zampata Post-MetalStage6” per rendersi immediatamente conto di non essere al cospetto della classica band che sogna di vivere al rancho de la luna, ma di un combo di artisti che affrontano la materia Heavy con coscienza ed esperienza. Definirli “maestri”, a questo punto, non sarebbe così sbagliato.