Labradors – The Great Maybe

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Non che il disco dei Labradors fosse qualcosa necessario, anzi. Ma “The Great yes no Maybe” ci serve. Ci serve perché è un disco poco italiano, che suona come un omaggio a un pezzo della nostra vita di ascoltatori adolescenti passivi: quando eravamo indecisi se erano più bravi gli Oasis o i Blur, quando i Foo Fighters inventavano il loro suono, quando i Weezer cantavano Buddy Holly.

Scenari musicali impressi nella memoria, che per noi che ci avviamo all’onorevole età di mezzo rappresentano ancora oggi un’isola felice alla quale inevitabilmente torniamo con la mente tutte le volte che qualcosa o qualcuno ci ricorda che Kurt Cobain è morto. Quindi, per chi vuole ritornare là, il disco dei Labradors è perfetto, suona così, e suona bene: gli anni Novanta, ridimensionati senza vena nostalgica ma con puro amore, risuonano nelle 11 tracce cantate in inglese di questi ragazzi del nord in classica formazione pop power trio.

Secondo album per loro, “The Great yes no Maybe” è stato anticipato dall’EP solo digitale “Hate Summer” e dal singolo “Paws”. Uscito alla fine dell’inverno per To Lose La Track, in collaborazione con Neat Is Murder, Il Verso Del Cinghiale e Flying Kids Records è un disco di benvenuto all’estate: dalla track di apertura “I won’t let anyone hurt you” con le sue dolci melodie assolate, tra archi e chitarre acustiche, fino al ritmo scandito e rockeggiante della traccia da cui prende il titolo l’album o canzoni da tenere a tutto volume col finestrino aperto come “Big sure” e “All I have is my heart”.

È confortante che i Labradors siano riusciti a regalarci un bel disco fuori dal nostro tempo, dove possiamo immergerci, e godere di tutti quei suoni che hanno segnato una generazione e in cui siamo stati tutti dentro fino al collo, volenti o nolenti. “The Great yes no Maybe” merita più di un ascolto: fa l’effetto giusto, paga il suo debito alle muse ispiratrici mentre riporta in vita un genere che, chi lo adorava, lo adorava per davvero e continua a cercarlo nel mare magnum dell’indie.